Attualità

​La rissa tra ricoverati finì con un morto

Accadde nel 1910. E ci fu anche il caso della bomba carta contro il costruendo secondo cimitero, stavolta della Misericordia.

Al Lotti toccarono 100 soldati feriti, qualcuno anche gravemente perchè erano stati evirati con un colpo di sciabola dagli abissini del Negus, con i quali si era stati in guerra. Ma successero anche molte altre situazioni.

Pontedera, in quei tempi, aveva 16 mila abitanti. Correva il primo decennio del secolo scorso - 1910 - quando due ricoverati del Lotti si misero a litigare fra loro. Non si sa da quanto tempo stavano litigando, ma si sa che i due anziani del reparto cronici vennero alle mani, insomma si abbuffarono, senza che nessuno intervenisse. Col risultato che Odoardo Marianelli fu colpito alla testa da Giuseppe Benedetti che tre giorni dopo morì per la caduta a terra. E, fu scritto, anche per complicazioni cardiache. Il Benedetti fu incarcerato e ne nacquero problemi anche di tipo politico - cattolici da una parte e socialisti, non ancora comunisti, dall'altra - con accuse di cattiva gestione dell'ospedale in tema di sorveglianza.

Sempre in quei giorni scoppiò anche una bomba carta messa - così si disse - dal sindaco e dal segretario comunale. Il motivo era il danneggiamento del costruendo cimitero della Misericordia, nuovo e secondo a quello del comune. Ma i cattolici riuscirono far costruire anche nuovo cimitero, tuttora in funzione e condotto molto bene.

All'inizio del 900 fu attivato al Lotti anche un reparto per acuti, malati e feriti gravi. Mentre un ferito 'importante' fu un poliziotto che 'il popolo' colpì alla testa da una pietra. Successe tra Pontedera e La Rotta. Le donne misero infatti a soqquadro la città e il rione per protestare contro la guerra. La prima guerra mondiale.

La baruffa cominciò alle 2 pomeridiane e insieme alle donne ci furono i ragazzi che impedirono alle fabbriche di riprendere il lavoro. Fu una gazzarra di lunga durata sotto il comune dove si portarono le donne per urlare contro la guerra e il caro viveri. Spaccarono i vetri delle botteghe più importanti Mariotti, Dani, Pisghen, Jaques, Pacchiani e altri.
Anche la canonica fu presa a sassate mentre le chiese si salvarono perché furono immediatamente chiuse.