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La vita fuori del ponte facciamola insieme

Presentato il progetto ideato dal Comune e finanziato dalla Regione. Mira a coinvolgere i cittadini in processi di partecipazione e integrazione

Il quartiere fuori del ponte conta il 55 per cento degli alloggi di edilizia popolare della città, tante associazioni e una popolazione molto variegata. Un quartiere storico ma sempre in continua evoluzione. 

Il progetto Abitare fuori del ponte è stato uno dei progetti finanziati dell'autorità garante per la partecipazione della Regione Toscana e riceverà un contributo di 18mila euro. I soldi serviranno per diverse iniziative di inclusione, tra cui la formazione di alcune persone che saranno di riferimento nel quartiere, definiti animatore di comunità.

A entrare nello specifico è stato l'assessore alle politiche sociali Marco Cecchi: "Ogni anno l'autorità garante emette due bandi che di solito parlano di luoghi pubblici da rivitalizzare. Noi abbiamo lavorato su una cosa diversa, coinvolgere i cittadini nella vita del proprio condominio e del quartiere". L'idea del Comune nasce da un'esperienza recente: "Il punto da cui siamo partiti è stato il condominio da 49 alloggi in via Martin Luther King". 

"Lì - ha ripreso Cecchi - ci sono alloggi popolari e alloggi a canone concordato. Inoltre c'è una componente di famiglie straniere importante. Insieme ad Apes e casa Valdera abbiamo fatto un investimento in quel condominio. Siamo a rilanciare questa esperienza con dei luoghi pubblici da allestire sia nel condominio di via King che in altri luoghi. Vediamo le persone spontaneamente cosa riusciranno a mettere in campo. Partendo da un gruppo di volenterosi, 4-5 famiglie che ci mettono più animo e si portano dietro più persone. Ci sono quattro fondi commerciali sfitti di proprietà del Comune in viale Italia. Vogliamo ragionare con le persone e le associazioni del quartiere in attesa di una nuova locazione o vendita. Un'altra zona su cui lavorare è l'anfiteatro dietro il Teatro Era, vogliamo utilizzarlo".

Soddisfatto il sindaco Simone Millozzi: "E' un altro progetto che vede il riscontro positivo della Regione Toscana. Il quartiere fuori del ponte è un quartiere popolare che negli ultimi anni ha avuto importanti investimenti, come il teatro Era o gli impianti sportivi o il villaggio scolastico. In momenti di grandi cambiamenti come questo dobbiamo essere bravi a non smarrire la capacità di incontrarsi, di stare insieme, di uscire, stare insieme, conoscersi. Meno portiamo fuori i cittadini più c'è il rischio di conflitti".

Il progetto del Comune è portato avanti con la collaborazione di Apes, che gestisce gli alloggi: "Non siamo un'azienda - ha detto il presidente Lorenzo Bani - ma un'impresa sociale. Vogliamo creare elementi di aggregazione per superare gli attriti dell'integrazione. Siamo partiti da Pontedera, cerchiamo di creare il senso di comunità per evitare micro conflitti". Il caso del condominio di via King, inaugurato nel 2015, è oggetto di studio della facoltà di scienze politiche: "E' un edificio di classe A+ - ha detto il direttore di Apes Giorgio Federici - la cattedra di psicologia ambientale sta studiando l'intero processo che è un progetto di valenza europea".

Alla conferenza di presentazione hanno preso parte anche il consigliere comunale Mattia Belli, delegato alla partecipazione, il presidente della consulta di quartiere Riccardo Minuti e i responsabili di Casa Valdera che svolgono il portierato sociale nel condominio di via King.

Il primo appuntamento di Abitare fuori del ponte è in programma venerdì 15 aprile alle 17,30 al Teatro Era. In quell'occasione ci sarà un'assemblea pubblica in cui verrà presentato il percorso partecipativo.