Attualità

Le nozze d'oro del Cus Pisa campione d'Italia

Nella palestra del Polo Carlesi intitolata ai Giapponesi di Pontedera è andata in scena la celebrazione dei 50 anni del trionfo targato Zoli

La celebrazione nella palestra del Polo Carlesi

Il nome era quello di Cus Pisa, in Centro universitario sportivo dell'Ateneo. L'anima, però, era quella della gloriosa Zoli Pontedera, che infatti schierava una squadra piena di pontederesi. E che quest'anno celebra il 50° anniversario dal titolo di campione d'Italia juniores, conquistato nella finale contro l'Us Palermo.

Il momento di celebrazione è avvenuto nella palestra intitolata ai dei "Giapponesi di Pontedera", com'erano chiamati i giocatori della Zoli per il loro modo innovativo di fare pallavolo, e a uno di loro in particolare: Fabrizio Nassi, capitano della Nazionale italiana medaglia d'argento alle Olimpiadi del 1978 e scomparso nel 2019.

"Abbiamo seminato tanto durante questi anni e, adesso, è bello festeggiare questo anniversario - ha detto il sindaco Matteo Franconi - la storia dei Giapponesi è un elemento portante per la città: se ne parla e se ne continuerà a parlare. Chi oggi si avvicina a questo sport, non può che farci riferimento. Ricordiamo chi purtroppo non c'è più, ma facciamo anche da stimolo a chi continua a far vivere questa disciplina".

Protagonisti, come detto, i ragazzi del Cus Pisa, che per l'occasione hanno partecipato al completo, anche nel ricordo del compianto Paolo Bachi, a cui è intitolato l'impianto sportivo della Stella Azzurra: Antonio Chelli, Massimo Doni, Alessandro Lazzeroni, Ludovico Masotti, Renato Mansani, Claudio Andolfi Giuseppe Turini. Assente giustificato coach Claudio Piazza, che attualmente vive a Pescara e che, comunque, ha mandato un videomessaggio per i suoi giocatori e per il sindaco.

"Era dal 1980 che Pontedera non aveva più una squadra maschile di pallavolo - ha detto Fabio Innocenti, anche lui uno dei Giapponesi e medaglia d'argento ai Giochi di Roma - da qualche anno, con Era Volley Project, siamo riusciti a riportare tanti ragazzi in palestra, con la prima squadra in serie B".

"La pallavolo è uno sport altamente educativo - ha concluso - i ragazzi sono costretti a collaborare, non c'è spazio per l'egoismo: è una scuola di vita".