Nella rassegna dei Dialoghi di Fine Estate, ormai tradizionale per Pontedera, quella di ieri, mercoledì 24 Settembre, è stata una giornata molto particolare. Soprattutto per l'ex sindaco Paolo Marconcini, che ha presentato i suoi Racconti di Marco Celati, lo pseudonimo dietro al quale, nel suo blog su QUInews, si è appunto celato per anni.
"L'emersione dall'anonimato ha creato un po' d'ansia - ha scherzato - va detto che in tanti lo sapevano già, ma qualcuno no. Una signora, alla fine della presentazione, mi ha chiesto se ero proprio io Marco Celati: in parte, allora, l'anonimato ha retto".
E se il blog è cominciato nel 2015, raccogliendo un racconto dietro l'altro, il nome affonda le radici addirittura negli anni Novanta. "I primi racconti si trovavano all'interno di una rivista che si chiamava Fatti&Idee, erede de Il Piaggista, che dava voce agli operai dell'azienda - ha ricordato - dovevo curarne la pubblicazione e, per smorzare un po' i toni, decisi di inserire questi racconti, ma non potevo farlo con il mio nome. Nacque così Marco Celati, che riprendeva anche il cognome di un autore che leggevo e che apprezzavo, Gianni Celati".
"Un giorno, in un trasloco, un amico ritrovò un floppy in un cassetto: c'erano tutti i miei racconti - ha proseguito - da lì sono poi passati su QUInews ed è nato il blog. Dal 2015 a oggi ho scritto 280 racconti, ma per il libro ne ho scelti 51: due in più dei 49 racconti di Hemingway. Non potevamo fare meno".
Così è nata la raccolta, presentata alla biblioteca comunale. "È stata una bella iniziativa, con tanta gente, ben oltre le mie aspettative - ha detto Marconcini - devo ringraziare gli amici Dino Fiumalbi e Giuseppe Cecconi che mi hanno accompagnato e l'assessore Francesco Mori per avermi inserito nel circuito dei Dialoghi di Fine Estate, anche se ero abbastanza titubante: in quel contesto presentano i propri libri giovani autori con case editrici di livello nazionale. Io, invece, continuo a dire che non sono uno scrittore, ma uno che scrive".
"Mi piace molto scrivere: è una passione, ma anche una condanna, perché a volte mi è proprio difficile - ha spiegato - senz'altro continuerò con Marco Celati, ma devo tornare a scrivere anche a mano. Me ne sono accorto durante la presentazione, quando mi sono state chieste le dediche: non sono più abituato alla scrittura manuale. Questo libro è nato senza penna, sullo schermo di un telefono. Se posso, allora, mi accodo a Italo Calvino: per il nuovo Millennio, torniamo a scrivere a mano".
Intanto, però, i Racconti di Marco Celati, penna o meno, hanno già lasciato un segno. "La presentazione era anche un modo per sostenere le attività di Ant: abbiamo raccolto 925 euro, tutto con offerte libere per le copie - ha concluso - mi sembra una cifra non trascurabile".