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Nonna oggi ti spiego Dante

Dieci ragazze del liceo classico hanno tenuto una lezione sul poeta fiorentino agli iscritti dell'Ute: "È l'inizio di una collaborazione"

Non era per niente scontato che riuscissero ad agganciare l'attenzione di un pubblico così esigente e "navigato". In primo luogo per la delicata inversione dei ruoli: per una volta non la saggezza del vecchio che piove negli orecchi del giovane, bensì il contrario: dieci ragazze a impartire una lezione a una platea di nonni e nonne.

In secondo luogo, la difficoltà del tema: la vita e le opere del più grande poeta di tutti i tempi, Dante Alighieri.

Ma alla fine, la lezione ha dato i suoi frutti. Le alunne della quinta b del liceo classico, guidate dalla professoressa Lucia Stefanini, sono riuscite con successo nell'impresa di tenere alta l'attenzione, agevolate dall'essersi ripartite i compiti e suddivise il racconto: Giulia ha tracciato le coordinate della vita politica di Dante, Anna ha portato gli astanti nel cuore della Commedia, spiegandone la struttura, la metrica, i contenuti principali e i temi ricorrenti, e così via, attraverso la lettura di brani scelti.

Dal canto di Paolo e Francesca a quello di Ulisse e Diomede, le dieci ragazze sedute dietro la cattedra dell'Ute hanno dimostrato una preparazione minuziosa, forti anche di numerose esperienze pregresse: "Nel 2008 abbiamo letto la Commedia al circolo Agorà - spiega la docente Stefanini - mentre un'altra iniziativa ci ha visto partecipi al Centro Poliedro. Speriamo che questo possa essere l'inizio di una collaborazione con l'Ute e di poter ripetere l'esperimento portando altri autori".

Auspicio confermato dal vicepresidente Maurizio Pizzichini: "Questa iniziava si pone in continuità con la politica adottata quest'anno dall'università - ha spiegato - cioè gettare dei ponti fra le generazioni per favorire il confronto è lo scambio".

"Dante stesso riesce a creare dei collegamenti potenti fra passato e presente - ha commentato una delle studentesse, Alessia Caputo - e abbiamo amato il suo modo di interpretare la cultura come mezzo per unire la storia di personaggi assai diversi fra loro".

"Questa esperienza ci ha insegnato che a volte le generazioni anziane tengono più al sentimento di quanto non facciamo noi giovani - ha aggiunto una compagna, Giulia Merini - un signore ci ha rimproverate perché l'interpretazione non era all'altezza delle spiegazioni: lavoreremo anche su questo. Abbiamo molto da imparare - ha concluso la studentessa - non solo da insegnare".