Soprattutto chi ama il ciclismo ed il rugby conoscerà senz’altro Marco Pastonesi, a lungo editorialista per la Gazzetta dello Sport e gran narratore di storie, capace di accostarsi alle persone ed ai fatti in modo rispettoso, delicato e profondo.
Leggere Marco Pastonesi è come raccogliersi con gli amici intorno al tepore di un focolare, come si faceva in Toscana per le veglie, pronti ad ascoltare e tramandare racconti reali o fantastici.
Pastonesi inoltre conosce a fondo la nostra bella lingua italiana e nei suoi libri usa con maestria gli avverbi, gli aggettivi, ogni parola.
Ed è così anche per la sua ultima fatica presente nel catalogo dell’editore 66thand2nd dal titolo “Il leone ed il corazziere”, dedicato a due uomini di rugby che hanno fatto la storia italiana della palla ovale, il rodigino Isidoro Quaglio ed il gallese Carwin James.
Per dirla come Pastonesi, Quaglio grazie al rugby si nutriva di calore umano ed esorcizzava povertà ed emarginazione mentre il gallese attraverso lo sport della palla ovale insegnava anche Shakespeare e Milton.
“Il leone ed il corazziere” è la narrazione della loro vita e del loro incontro, tra mischie chiuse e touche rapide, orazioni negli spogliatoi e bevute nelle osterie.
Marco Pastonesi in questo periodo è come un moderno trobador, un trovatore errante che presenta il suo libro e la storia di Isidoro e di Carwin in giro per l’Italia, Toscana compresa.
E per parlare di rugby e dei valori che questo sport si porta dietro quale miglior luogo delle club house delle società?
Non può essere infatti che la club house il focolare immaginario dove il popolo del rugby si sente a suo agio, disponibile ad accogliere però tutti coloro che amano le belle storie che, come questa, porta alla luce una miniera di episodi e tramanda un patrimonio di valori e senso di appartenenza.
Oggi 13 aprile il giornalista-scrittore è a Pontedera alle ore 18 nella club house del Pontedera Bellaria Rugby e domani 14 aprile, sempre alle 18, in quella del Gispi Rugby Prato in Via di Coiano 17.
L’ingresso è libero e ai due eventi seguiranno i terzi tempi con spaghettino.
E allora? Ne vale la pena avvicinarsi al rugby ed ai suoi valori? Sicuramente sì ed in questo caso non è neppure necessario indossare braghe e paradenti per scendere in campo a misurarsi con degli energumeni.
“il rugby è una voce del verbo dare. A ogni allenamento, a ogni partita, a ogni placcaggio, a ogni sostegno, dai un po’ di te stesso. Prima o poi qualcosa di tornerà indietro”.
Parola di Marco Pastonesi