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Piaggio e dazi di Trump, "Riusciremo a mitigarli"

L'amministratore delegato Michele Colaninno punta sull'offshoring per contrastare le tariffe e sulle commesse europee da oltre un miliardo

Michele Colaninno

Da un lato, i dazi imposti da Donald Trump su tutti i Paesi del mondo per quanto riguarda le importazioni negli Stati Uniti, in modo da avere un regime tariffario "reciproco". Dall'altro, le commesse europee per la difesa delle infrastrutture subacquee fanno ben sperare in un business anticiclico. Ovvero, che procede in modo contrario rispetto ai principali indicatori del ciclo economico.

È questa la posizione, che viaggia su due binari, di Michele Colaninno, amministratore delegato del Gruppo Piaggio, che a poche ore dall'annuncio dell'adozione di dazi anche nei confronti dell'Unione Europea ha annunciato come, a fare la differenza, potrebbe essere la delocalizzazione della produzione.

"Ovviamente viviamo una situazione anomala a livello globale - ha detto - ma il nostro Gruppo potrà affrontare il problema in modo da mitigare i rischi. Piaggio, grazie alla propria strategia di produzione in diversi Paesi del mondo, avrà la possibilità di gestire impatti meno severi sui prezzi e sui margini".

Contestualmente, come detto, il Gruppo punta molto su Intermarine, azienda controllata e leader nel settore della difesa. Intermarine, infatti, nell'ultimo anno ha consolidato la propria posizione grazie anche a delle imponenti commesse europee da oltre un miliardo di euro, mirate alla realizzazione delle cosiddette Mcm, ovvero navi che individuano e neutralizzano le mine sottomarine

"Grazie a un portafoglio di commesse europee di oltre un miliardo di euro, Intermarine rappresenta un business definito anticiclico - ha concluso Colaninno - e, oggi, al centro di discussioni europee concernenti un eventuale consolidamento industriale del settore".