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Pozzo e campi inquinati, parla Arpat

Sull'incidente dell'oleodotto bucato e la fuoriuscita di gasolio a Montecastello l'agenzia di tutela ambientale chiarisce: "Nessun rimpallo con Eni"

Uno sversamento di gasolio

"Non c'è stato alcun rimpallo tra Arpat ed Eni in considerazione dei diversi ruoli e di conseguenza delle competenze, assai diverse e definite dalla normativa di settore. Nel caso specifico, Eni ha confermato l'inquinamento del pozzo ed ha attivato le attività per cui non ci sono stati motivi di contrasto". Così l'Agenzia regionale per la tutela ambientale chiarisce il caso del furto all'oleodotto nelle campagne di Montecastello e del conseguente inquinamento da gasolio di falde e campi circostanti denunciati nei giorni scorsi sulle pagine della stampa locale.

In una nota, Arpat ripercorre la cronologia dei fatti:

Secondo Arpat, quindi, "lo sversamento dovuto a un'effrazione di ignoti è stato gestito fin dall'inizio secondo le procedure previste in questi casi, poiché sono state attivate le dovute misure di messa in sicurezza, sono stati adottati provvedimenti per ridurre, per quanto possibile, i disagi".

In merito alla velocità di risoluzione, Arpat precisa che "come accade nella gran parte degli incidenti con rilascio di prodotti petroliferi, le necessarie operazioni di messa in sicurezza, di indagine e di bonifica, generalmente non sono brevi". E cita il caso dello sversamento dello stesso oleodotto avvenuto nel dicembre del 2014 a Latignano la cui bonifica non è ancora completamente conclusa.