Doppio appuntamento al Teatro Era, sabato 28 gennaio alle 21 e domenica 29 alle 18,30 con L’uomo dal fiore in bocca di Luigi Pirandello nella versione adattata da Gabriele Lavia e in quella con Dario Marconcini diretta da Roberto Bacci.
Un progetto che mette in luce le diverse anime del teatro, e le infinite possibilità che un autore, un attore e un regista hanno per intervenire su un testo e sullo spazio scenico.
Per Lavia è la scena maestra dell’incomunicabilità, della solitudine che si aggrappa alla banalità dei particolari più piccoli e insignificanti del quotidiano per cercare di rintracciare una superiorità della vita sulla morte. Gabriele Lavia con Michele Demaria e Barbara Alesse prova a trattenere quella vita un altro po’, prima della fine. Il breve “atto unico” è stato interpolato con “pezzi” di novelle che affrontano il tema (fatale per Pirandello) del rapporto tormentato tra marito e moglie … che viene visto col distacco di un’ironia che rende i personaggi vicinissimi a noi.
Una prova d’attore la versione di Dario Marconcini, in scena con uno dei suoi storici cavalli di battaglia, che grazie alla regia di Roberto Bacci in qualche modo rovescia i canoni convenzionali finora usati per quell’atto unico, rendendo gli spettatori veri protagonisti di questa intima esperienza con la morte. Un momento di grande intima per lo stesso Marconcini che ritorna a distanza di molti anni su un testo che mette comunque l’uomo di fronte alla paura, alla solitudine e allo scorrere del tempo.