Attualità

Telefonini e rivoluzioni

Si va sempre più confermando la tesi che le offese via social sono (anche) una panacea contro gli assalti alla Bastiglia

Se per sfogare la rabbia il popolo parigino avesse avuto a disposizione i telefonini e i rispettivi Facebook e compagnia bella, chi sa se avrebbe assalito la Bastiglia in quel famoso 14 luglio del '789. Chi sa. E se i ragazzi e le ragazze del '68 avessero potuto comunicarsi via etere gli slogan contro il potere e per il femminismo, forse l'autunno caldo sarebbe stato meno caldo. 

A Pontedera è successo che un "nero"  incaricato dalla sua ditta di controllare i contatori dell'acqua è stato scambiato per un possibile ladro e i telefonini si sono scatenati nel lanciare e rilanciare all'infinito l'allarme (per certi aspetti, anche se non tutti, anche giustamente). Con i telefonini è stato recentemente offeso minacciato anche il presidente Matterella, poi subito riabilitato ed elogiato. Con i social partono strali e parolone-parolacce da bettola, e via e via. Come tutti ormai sanno. Ma c'è il rovescio della medaglia.

Senza i telefonini a disposizione, forse, è probabile, qualcuno sarebbe sceso in piazza, nelle piazze, non soltanto per dimostrare pacificamente... Invece non è successo nonostante il clima non proprio di allegria. 

Allora? Abbasso i telefonini o viva i telefonini? 

Si dirà: né viva nè abbasso, l'importante è rispettare gli altri pur avendo idee diverse. Certo, l'ideale sarebbe questo. Ma poiché i difetti dell'umanità sono noti da che mondo è mondo, secondo noi sono meglio i telefonini e i social irrispettosi e minacciosi (in questo caso, comunque, da perseguire) che non gli assalti, concreti, alla Bastiglia.