Attualità

​Ultimi tuffi e chiasso da vendere

I residenti intorno alla città scolastica devono sopportare traffici impossibili e soprattutto rumori ancor più impossibili la mattina e all'uscita delle scuole

Nella Pontedera di questo settembre ancora da sudate e tuffi in mare, i tuffi si possono fare nella piscina all'aria aperta mentre quella coperta è ancora sotto esame insieme all'altra cupola, quella del basket e altro. Pare che si vada in direzione della riapertura di tutti i contigui impianti, ma ancora la decisione non è arrivata.

Per ora, salvo cambiamenti di cielo, vento o altro del genere, si può ancora stare fuori fino a tardi, ai tavolini del centro e sulla due opposte golene ancora molto praticate. Ma il polo principale di questi giorni è il rientro delle scuole di tutti e ranghi, compreso i quasi 6mila della città scolastica che quest'anno ha perso i 25 alberi dell'istituto-liceo classico XXV aprile , con qualche protesta che è arrivata anche a chi scrive.

Le scuole si aprono mercoledì prossimo e, dobbiamo dirlo, i residenti nel circondario della città scolastica si devono sorbire, è la parola giusta, il rumore delle auto e soprattutto dei 'motorini smarmittati' che fanno un rumore più o meno insopportabile. In parecchi ci hanno chiesto di intervenire con una protesta attraverso 'QUInewsValdera', ma i vigili pontederesi per ora sono quasi tutti dirottati al piazzale dello stadio, per cui gli studenti possono fare quel che gli pare.

Infine, una simpatica chicca storica a proposito di estate e di caldi insopportabili (ora un po' meno): il 12 luglio del 1867, Giuseppe Garibaldi - già passato qualche giorno prima da Pontedera dove aveva fatto un comizio sul piazzone insieme al pontederese generale Luigi Stefanelli - era andato a Buti per cercare anche lì giovani che lo accompagnassero nell'ardua ma fallita presa di Roma. Sulla piazza di Buti, a mezzogiorno, si radunò un bel gruppo di paesani ma il suo comizio dal palazzo comunale non fu per niente orgoglioso. "Butesi - disse - andate via da questo maledetto sole caldo, andate a desinare..." .
Cosa che molti butesi, invitati dall'eroe, da fecero subito, seguiti anche dal sindaco Dainelli". Garibaldi viveva perennemente nell'artrite ma qualche giorno dopo pensò anche di cercare appoggi a Bientina, dove il sindaco Pacini non le fece neanche entrare in casa,