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Un patto per favorire l'integrazione

L'Unione dei Comuni sigla un accordo con sette realtà associative per l'inserimento dei profughi. Svolgeranno lavori socialmente utili

Integrarli nella società. Spiegare alcune dinamiche che la regolano facendole sperimentare in prima persona. Rendere produttiva e dinamica la loro presenza sul territorio. Sono queste alcune delle coordinate su cui si basa l'accordo siglato fra l'Unione dei Comuni e alcune realtà associative del nostro territorio, stipulato sulla base di una legge di indirizzo regionale, per favorire l'integrazione di alcuni profughi.

"Si tratta di persone recepite dalle prefetture in seguito all'operazione Triton" spiega il presidente dell'Unione Corrado Guidi. "Svolgeranno lavori socialmente utili a titolo gratuito, aderendo cioè volontariamente al progetto". Al momento si contano circa quindici adesioni, informa Guidi. Il progetto coinvolge soggetti privati e pertanto le amministrazioni non si faranno carico di alcuna spesa. "Vorrei ringraziere tutti quelli che hanno aderito, perché si tratta di un impegno importante e privo di risvolti econimici" prosegue il presidente dell'Unione. "Personalmente, credo che l'ospitalità sia una cosa dovuta, specie nel caso in cui l'ospite stia fuggendo da situazioni di grave pericolo".

I soggetti che hanno firmato la convenzione sono le cooperative Arnera e Il Cammino, la Misericordia, la Pubblica Assistenza, Arci, Auser e altre associazioni del territorio. Fra le molte attività previste ci sono la pulizia del verde pubblico, la sorveglianza di giardini pubblici, raccolta fogliame, svuotamento cestini, tinteggiatura per ripristino di atti vandalici, raccolta rifiuti abbandonati e semplici lavori di pulizia a monumenti imbrattati.

"Per limitate unità di profughi - si legge nell'accordo - che in base ad un primo bilancio delle competenze possedute hanno dichiarato la loro disponibilità e preparazione, potranno essere sperimentati progetti formativi in attività di falegnameria, meccanica e protezione civile".

 Il target dell'iniziativa, che durerà un anno, sono 30 persone, ospitate in strutture private nei Comuni di Capannoli Ponsacco, Calcinaia, Palaia, Bientina, Casciana Terme-Lari, Buti, Terricciola, Peccioli e Pontedera.