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Quando ​Pontedera era "viziosa e violenta"

Oggi non lo è ma nel '600 toccò a un frate, Fra Ginepro, "ripulire" la città con un grande falò col materiale raccolto, soprattutto carte e dadi.

Una quindicina d'anni fa fu arrestata dai carabinieri una signora cinese che non soltanto si mise ad esercitare il mestiere più antico del mondo ma volle esercitarlo in un piccolo appartamento a due passi dell'atrio di Palazzo Stefanelli. Ed ebbe una breve e oscura vita l'unico pornoshop aperto in un fondo del centro. Per una decina d'anni una signora sostò sul viale della ferrovia 'accettando passaggi' e sollevando qualche protesta anche dalla prepositura, ma la prostituzione stradale che negli anni '70 tentò di sbarcare in massa nella nostra città venne in fretta e furia dirottata sul padule.

Nel '700 fino alla metà dell'800 le autorità civili e di polizia dovevano lavorare sodo perché Pontedera era una specie di Las Vegas col vizio del gioco imperante, risse e accoltellamenti e donnine allegre. Livorno era in testa e Pisa in second'ordine, ma a Pontedera non c'era un gran lavoro per cui spiccavano barrocciai, navicellai, scaricatori carrettieri. E le bettole abbondavano e il vino, le carte, i dadi e le donne erano sempre in primo piano.

La questione era cominciata nel '600 quando si sentì il bisogno di mandare in giro per la città un frate a stroncare il vizio del gioco che dilagava in città. Il Savonarola pontederese si chiamava Fra Ginepro e per tre giorni girò per la città, o cittadina se volete, al grido di "chi ha carte o dadi o qualsiasi altro gioco li dia qua a Gesù'". Col risultato, a quanto fu detto, di lanciare un grande falò con materiale raccolto.

Ma ancora 150 anni dopo arrivò in città una grave crisi economica anche perché l'arrivo della ferrovia (1848) tolse il lavoro a molti. Pontedera ha anche avuto grossi problemi con la droga negli anni '70-80. Venivano a comprarla qui anche da Firenze e Livorno, mentre il punto di spaccio era il "piazzone", tanto che i commercianti scesero in campo per protesta. E ci fu qualche morto per droga.

Era un situazione diversa quella del Villino Azzurro, poi chiuso nel 1958 per la legge Merlin come in tutta Italia. La casa di tolleranza di Pontedera era, allora, nella campagna della Maltagliata, oggi via Colombo, ed era molto cercata perché era l'unica in Valdera e nel vicino Valdarno. Le mogli erano ovviamente in subbuglio proprio a causa della casa di tolleranza ma fino al '58 ogni quindicina arrivavano in città le nuove ragazze che per presentarsi, diciamo così, venivano portate in platea al varietà del cinema Savoia per mostrarle a rutti, E quelle sere, la platea si riempiva.