Attualità

​La resilienza, Peccioli e la sua “Carta”

Si tratta della prima Costituzione della Nazione delle Comunità Resilienti Italiane, firmata nel borgo che a maggio sarà alla Biennale di Architettura

Tutto è cominciato poco più di due anni fa, quando l’architetto Alessandro Melis, intenzionato a partecipare al bando del Mibact (Ministero per i Beni e le Attività Culturali e Turismo) per la curatela del Padiglione Italia alla 17esima Biennale di Architettura a Venezia, bussò al portone del Comune di Peccioli per chiedere all’Amministrazione di poter inserire all’interno della sua proposta progettuale – incentrata sul cambiamento climatico e sulla resilienza delle comunità – l’esperienza del borgo dell’alta Valdera come esempio di Comunità Resiliente.

Gli amministratori comunali pecciolesi accettarono di buon grado e di lì a pochi giorni, a marzo 2019, il Ministero ufficializzò la scelta dell’architetto Melis – nonché professore alla University of Portsmouth in Inghilterra, già docente negli atenei di Dessau, Vienna e Auckland e tra i fondatori dello studio di architettura Heliopolis 21 con sedi a Pisa, Berlino, Portsmouth – come curatore del Padiglione nostrano alla mostra internazionale di architettura.

Da quel momento, prese il via la costruzione di un percorso preparatorio in vista di Venezia che, come tappa più significativa ha visto riunirsi proprio a Peccioli, il 4 e 5 novembre 2019, un gruppo di scienziati e ricercatori provenienti da prestigiose università per la prima Conferenza Internazionale delle Comunità Resilienti, con la partecipazione anche di UN-Habitat, il programma delle Nazioni Unite per gli insediamenti umani. L’evento, tenutosi fra i libri e le vetrate a un passo dalle campagne della biblioteca Fonte Mazzola, ha portato alla stesura e alla firma della prima Costituzione della Nazione delle Comunità Resilienti, chiamata appunto per l’occasione “Carta di Peccioli”.

Poi è arrivata la pandemia che purtroppo ha scombussolato i piani di tutti e, come tanti altri eventi, anche la Biennale – che si sarebbe dovuta tenere nel 2020 – è stata rimandata di un anno. Ma dal 22 maggio al 21 novembre 2021 l’importante manifestazione internazionale si terrà e all’Arsenale sarà allestito il Laboratorio Peccioli, teatro di molte iniziative fra cui anche la presentazione della “Carta di Peccioli”. Sarà l’occasione per proporne l’adozione ad altre amministrazioni, istituzioni, comunità che si riconoscono nelle linee guida di un sistema resiliente e sostenibile.

Ma che cos’è in sostanza questo documento dal nome così impegnativo? Non è altro che un manifesto, un protocollo composto da 10 articoli che – si legge nel preambolo della Carta – “rafforzi e aggiorni il patto sociale tra umanità, territorio ed economia alla luce delle crisi ecologiche. Una Costituzione che usi la resilienza come forza coesiva, come capacità di adattamento, come spinta propulsiva all’evoluzione permanente delle specie che coabitano il paese”.

La Carta immagina un futuro, traccia questo solco e detta degli impegni per sviluppare delle Comunità Resilienti, in perfetta armonia con i 17 obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Onu. Chi firma questo documento, ha messo e intende continuare a mettere in campo azioni che guardano a un ripensamento di città e spazi di vita, a una promozione dell’innovazione, della conoscenza, del valore, alla predilezione di capacità antifragili, sensibili ed efficaci, a progetti di interfacce, condivisione degli spazi, policentricità. Peccioli, per quel che ha costruito negli anni, a detta degli esperti pare esserne un perfetto e concreto modello.