Cronaca

Riordino delle province, "Un gioco dell'Oca"

Il presidente della provincia di Pisa, Pieroni risponde ai parlamentari che hanno varato il ddl per il riordino degli enti locali

Andrea Pieroni, il presidente della Provincia di Pisa

Il riordino delle Province, se ne parla da anni e per ora era rimasta solo poco più di un'idea, ma ora però comincia a prendere corpo. A Roma, la Camera dei Deputati ha varato il disegno di legge per dare attuazione a questa riforma costituzionale, che da un lato abolirebbe le province e dall'altro darebbe attuazione a una parte del titolo quinto nel caso della città metropolitane che acquisirebbero, la dove esistono nuove competenze. Sulla costa Toscana l'idea che aleggia da circa due anni, dai tempi del governo Monti è di creare un'unica unità territoriale tra le province di Pisa, Lucca, Massa Carrara, Livorno. In parlamento non manca chi ha detto che chiudere le Province darà nuovo slancio all'idea e questo non è piaciuto al presidente della Provincia di Pisa, Andrea Pieroni che è subito intervenuto con ironia e critiche. “Qualcuno a Roma deve aver già tirato fuori il gioco dell’oca in vista delle feste natalizie – esordisce Pieroni -, senza conoscerne però le regole, per arrivare a dire che l’abolizione degli organi di rappresentanza democratica diretta in seno alle Province darà slancio alla crescita del Paese. In realtà l’Italia – dice Pieroni - resterà ferma chissà per quanto tempo in attesa di veder avviata una seria ed organica riforma del suo assetto istituzionale e questo solo perché si è voluto mascherare per epocale, una marginatissima riduzione dei costi della politica che non genererà benefici per i cittadini, poiché lascerà dove sono tutte le ampie e profonde inefficienze della pubblica amministrazione”. Poi Pieroni che è anche presidente dell'Upi Toscana aggiunge commentando l’approvazione alla Camera del ddl sul riordino di Città metropolitane, Province, unioni e fusioni di Comuni. “Se la legge sarà approvata anche alla Camera dovremo affrontare con la Regione Toscana, un percorso molto difficile, perché molte delle attuali funzioni saranno destinate ai Comuni che, a causa dei bilanci, avranno molte difficoltà a gestire questi altri ambiti. Inoltre c'è il rischio che numerose aree, quelle meno popolose o rurali, possano essere dimenticate o trascurate dalla struttura delle nuove province".