Spettacoli

Måneskin e Cugini di Campagna, parlano gli Homo Sapiens

Maurizio Novi musicista e portavoce dalla band fa da paciere nelle polemiche social tra il gruppo degli anni settanta e la rock band del momento

Gli Homo Sapiens e Maurizio Novi

Nella bufera social dal risvolto spassoso, sollevata da I Cugini di Campagna contro la rock band più in voga al momento, i Måneskin, per via di tute aderenti e lustrini, abbiamo cercato un confronto con uno dei membri del gruppo che con i cugini romani, ha segnato la storia del rock italiano a partire dagli anni '70: gli Homo Sapiens.

Come molti dei lettori sapranno, le radici del gruppo affondano nel nostro territorio. Proprio di Santa Maria a Monte è infatti Maurizio Novi, voce, tastiera e portavoce della band.

Raggiunto da noi al telefono, Maurizio ha esordito con parole di simpatia e amicizia verso il leader de I Cugini di Campagna, Ivano "Poppi" Michetti che con il fratello gemello Silvano, fondarono l'anima del gruppo nel 1970 e che ora sono i protagonisti di una geniale querelle sui maggiori social network. 

Dopo le recenti stellari esibizioni negli States ad apertura del concerto dei Rolling Stones e proprio due giorni fa al ritiro dell'MTV Award come Migliore Rock Band dell'anno, i Måneskin, si sono visti tirare per le maniche dei loro succinti costumi da post evidentemente tra il serio e il faceto, dalle pagine social de I Cugini.

"Ivano ha saputo cogliere questo momento per farsi spazio nel mare dei social dando così luce alla band e difendendo quello che certamente è stato un loro marchio distintivo ossia lo stile, espresso in primis attraverso i costumi. - ha detto Novi degli Homo Sapiens - Probabilmente i ragazzi non avevano un intento emulativo ma la somiglianza esiste. C'è da dire che la storia della musica è popolata da presunti o effettivi plagi specie riguardo alle melodie: Al Bano/Michael Jackson, Cristicchi/Don Backy etc."

Gli Homo Sapiens

Boomer contro Millennial o Centennial, Digitarian, Zoomer che dir si voglia, si tratta probabilmente solo dello scontro apparente tra generazioni che invece proprio attraverso la musica, mantengono una vicinanza e similitudine di scelte seppur in contesti culturali e sociali completamente diversi.

"Tra 40 anni vedremo chi l'avrà spuntata. Quale sarà la canzone che tutti ancora fischietteranno o lo stile che verrà imitato. Solo il tempo può indicare lo spessore di una canzone. Quando abbiamo iniziato noi  - continua Novi - era più semplice capire l'autenticità di un successo perché meno falsato dalla spinta discografica che oggi manovra il mercato e dalla moltitudine di varianti che si sono aggiunte alla scena nell'era della musica digitale. Oggi sono le radio e le webradio a decidere cosa passare e quindi avviare al riconoscimento popolare mentre allora contava anche il semplice gesto della moneta nel jukebox. Ascolto molta musica di oggi e sinceramente la trovo spesso vuota, sia musicalmente che per i contenuti. Il successo ha molto a che vedere con la fortuna ma un evergreen è per sempre." 

Vincitori del primo Festival di Sanremo a colori nel 1977, con "Bella da morire" gli Homo Sapiens siglarono il loro evergreen che ancora oggi conserva intatta la sua popolarità. Seguirono anni di produzioni e concerti che come ci racconta Maurizio hanno subìto una brusca frenata solo con la pandemia covid-19. 

"Abbiamo fatto il nostro ultimo concerto il 20 febbraio 2020 proprio a Padova. Nel rientro da quella data, ascoltammo alla radio la notizia che riportava i primi casi della malattia. Nessuno però poteva ancora immaginare la portata di quello che  sarebbe accaduto e che a distanza di venti mesi ci si dovesse ancora accontentare di qualche serata random. Onestamente non vedo ancora i chiari segni di una vera ripresa. Mi pare che ci sia ancora molto timore da parte di organizzatori e spettatori e l'unica strada che vedo per arrivare a un'effettiva ripartenza del settore - conclude Maurizio Novi -
rimane quella della vaccinazione."