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Sentenza sull’Unione Ciclistica, parla l’avvocato

Dopo la vittoria in tribunale arrivata dopo 8 anni, il legale della società pecciolese sottolinea il danno arrecato dai colleghi di Prato

Se da una parte la Giustizia ha riconosciuto il comportamento scorretto di un’associazione sportiva, dall’altra resta pure la conseguenza di aver gettato alle ortiche oltre al contributo, anche il riconoscimento della Regione Toscana per delle iniziative agonistiche di livello. Su questi toni l’Unione Ciclistica Pecciolese torna, assieme al suo avvocato Ilaria Cozzi, sull’esito positivo della vicenda giudiziaria di otto anni contro l’Associazione Ciclistica Pratese.

Secondo la legale infatti, non basta limitarsi alla semplice sentenza e al riconoscimento dei danni esclusivamente economici, perché “a subire le conseguenze della vicenda non è stata soltanto l’Unione Ciclistica Pecciolese, ma anche il ciclismo che qui in Toscana rappresenta un importante contesto sul quale questo sport affonda la sua storia e le proprie radici. Averne ottenuto il riconoscimento della Regione per tutti i grandi eventi di ciclismo professionistico – ha commentato in una nota Cozzi – rappresentava una sorta di certificato di qualità e contribuiva ad accrescere il prestigio e il valore degli eventi stessi”.

Forti di ciò, i dirigenti dell’associazione pecciolese richiamano la Federazione Ciclistica Italiana. “L’ente sportivo che ci rappresenta deve riconoscere oltre alla nostra perseveranza per aver cercato di salvaguardare i propri diritti, anche la correttezza che abbiamo sempre posto sul nostro operato. Al contrario di altre associazioni alle quali la Giustizia ha riconosciuto un atteggiamento di dolo ma che hanno potuto comunque fregiarsi nelle ultime edizioni, della presenza di atleti con indosso la prestigiosa maglia azzurra”.