Cronaca

Spari, urla, la grande fuga

Edoardo Gabaglio, di Chianni, era nell'inferno di Nizza. Con lui un amico di Pontedera. Le persone si sono rifugiate nel ristorante dove lavorano

Edoardo Gabaglio

Tre ragazzi toscani, due della Valdera, una di San Miniato, hanno vissuto da vicino i drammatici momenti dell'attentato a Nizza, avvenuto nella notte del 14 luglio, festa nazionale francese. Sulla Promenade Des Anglais un camion lanciato a 80 chilometri orari ha falcidiato la folla, mietendo almeno 84 vittime.

Il più vicino al luogo del massacro era Edoardo Gabaglio, 26 anni, di Chianni. In quel momento si trovava a 200 metri, nel ristorante dove lavora. "Stavo lavorando in cucina - racconta - abbiamo sentito urlare, abbiamo visto migliaia di persone scappare, non capivamo il motivo, abbiamo sentito dei botti, credo spari".

La folla comincia a cercare un riparo. In tantissimi travolgono tutto quello che ostacola la grande fuga e fanno irruzione nel locale. "Ci siamo chiusi in una cucina di 30 metri quadri - prosegue Edoardo - 150 persone pressate in una stanza, piangevano, alcune erano scalze, senza scarpe, i tavoli distrutti".

"Una scena di guerra mai vista, incredibile. Qualcuno parlava di bomba, qualcuno diceva che stavano sparando e ci pregava di non uscire. Abbiamo capito che si trattava di un attentato ma non sapevamo cosa aspettarci, la paura era enorme, per diversi minuti ho pensato che sarei morto".

"Quando la situazione si è tranquillizzata siamo scappati a casa. La Tv francese non diceva nulla, ho saputo tutto dagli amici italiani. La mia ragazza, di San Miniato, era lontana".

Grande paura per gli amici l'ha provata Pieralberto Rampini, un ragazzo di Pontedera che lavora con Edoardo. "Ieri non avevo voglia di uscire perchè avevo lavorato la mattina e pomeriggio - racconta - appena ho saputo cosa era accaduto ho pensato a loro. Oggi andrò a lavorare, anche se mi chiedo come si possa lavorare in un ristorante che si trova a 200 metri dal luogo dove è successo tutto".