Politica

"Strada di Patto, da FdI attacchi scellerati"

Il segretario comunale del Pd, Papiani, risponde a Bagnoli e Arcenni sul caso legato alla Strada di Patto: "Incompetenza o attacco senza scrupoli?"

La Strada di Patto

La tirata di Matteo Bagnoli e Matteo Arcenni, esponenti di Fratelli d'Italia, sulle responsabilità politiche relative al caso Strada di Patto, ha ricevuto la risposta da parte del segretario del Partito Democratico pontederese, Francesco Papiani.

La vicenda, infatti, si è conclusa con la prescrizione dei reati in primo grado. Un esito, però, sul quale Bagnoli e Arcenni hanno espresso tutto il proprio rammarico, invitando i responsabili a rinunciare ai propri incarichi pubblici.

"A mezzo stampa e sui social, il massimo esponente del partito della Meloni (Bagnoli, ndr), già candidato alle elezioni prima comunali, poi regionali e infine nazionali, con il proprio stile notoriamente misurato ha inveito contro l'amministrazione - ha scritto ironicamente Papiani - accusandola prima di non aver rinunciato alla prescrizione e, poi, con un pizzico di razionalità in più, di non averla combattuta".

"In ragione di questo mirabile teorema, l'invettiva si chiude chiedendo che la sinistra trovi almeno il coraggio di rinunciare ai propri incarichi politici - ha riportato - probabilmente, i militanti della destra locale plaudiranno a questa vigorosa presa di posizione. Ci sta, il gioco delle parti e del tifo politico spesso non si avvalgono del supporto della ragione. Ma i tanti cittadini pontederesi non schierati che sono attenti alle vicende della città meritano almeno una precisazione di buon senso".

Per Papiani, infatti, c'è un errore di fondo nelle argomentazioni di Fratelli d'Italia. "Non c'è bisogno di un master in diritto per sapere che la rinuncia alla prescrizione in un processo penale sia un diritto personalissimo dell'imputato che può esser esercitato esclusivamente da esso - ha spiegato - dire pubblicamente che il Comune, costituitosi parte civile, dovesse rinunciare o, dopo un timido ripensamento, combattere la prescrizione è di una scelleratezza quasi volgare".

"La battaglia politica è un'altra cosa e può essere davvero utile quando lo scontro si basa sulla contrapposizione tra opinioni diverse e soluzioni alternative - ha concluso Papiani - quando gli attacchi, come in questo caso, si fondano su premesse sballate, non c'è nemmeno lo spazio per la discussione. Resta soltanto lo stupore amaro e un dubbio: se certe prese di posizione siano una forma di incompetenza, incompatibile con chi si candida a rappresentare un'istituzione, o il sintomo di un atteggiamento tipico di chi, senza scrupoli, ritiene tutto lecito".