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Grillaia, "Ecco perchè non deve riaprire"

"La delibera autorizzativa va sospesa", dicono i comitati e la consigliera M5s Galletti, che hanno fornito una ricostruzione dettagliata dei fatti

Da sinistra: Vaira, Presi, Galletti e Picchi

Un documento dettagliato, con la ricostruzione dei fatti avvenuti dal 1990 ad oggi. E' quanto la consigliera regionale M5s Irene Galletti, grazie all'opera di indagine documentale svolta da comitati Stop Grillaia e Gruppo Zero, ha presentato all'assessore regionale all'ambiente Monia Monni.

Sostanzialmente si chiede di sospendere la delibera autorizzativa della Regione Toscana, che consente il conferimento di amianto nella discarica della Grillaia di Chianni, alla luce dei nuovi elementi emersi.

Le motivazioni sono diverse. La più importante è quella riguardante le volumetrie. Nel 1998, quando l'impianto era stato chiuso, stando ai dati diffusi da Arpat a suo tempo, sarebbe già stato infatti superato il tetto del milione e mezzo di metri cubi di rifiuti consentito, che non è mai stato poi in seguito derogato. Ma sul piatto ci sono anche i mancati monitoraggi anti operam e le domande sul perchè una richiesta alla messa in sicurezza nel 2014 ( con solo due anni di riapertura ) è caduta nel vuoto.



“Grazie all’intervento dei membri del Comitato Stop Grillaia - ha detto Irene Galletti -, che hanno avuto un ruolo fondamentale nella ricostruzione storica dei fatti, abbiamo potuto accertare che sussistono importanti elementi per ritenere che la delibera che consente il conferimento di amianto nella discarica della Grillaia debba essere rimessa in discussione.”

“A questo punto l’Assessora Monni potrà verificare, dati alla mano, che le ragioni dei comitati sono solide e potranno essere difese facilmente in ogni sede. E qui oggi, in conferenza stampa, rendiamo pubblici questi dati, certi che contribuiranno a ristabilire la verità ed a stimolare la Giunta regionale a rivedere le proprie posizioni. Ma se così non fosse - conclude la Capogruppo M5S - deve essere chiaro che ambiente e salute sono le nostre priorità: se la trincea di queste nobili battaglie dovrà essere scavata a Chianni, il Movimento 5 Stelle sarà in prima linea al fianco dei cittadini.”

Luca Picchi e Marco Presi, per il Comitato Stop Grillaia sono riusciti ad individuare due criticità che metterebbero in discussione l'autorizzazione arrivata nel 2020 per il conferimento di 270mila metri cubi di amianto. 

La prima è relativa al fatto che la delibera autorizzativa della Regione si basa sul presupposto che, a causa della chiusura anticipata nel 1998, non sono stati conferiti circa 300.000 m3 di rifiuti rispetto a quelli autorizzati. "Ma questo - è stato spiegato - è in contrasto con i dati tecnici pubblicati da Arpat nel 1999 e anche il progetto presentato da Nuova Servizi Ambiente nel 2018, tra l’altro, sembra confermare i dati dell’agenzia regionale". Sostanzialmente, secondo i comitati, i volumi sarebbero già stati superati.


La seconda criticità è relativa al monitoraggio ante operam delle fibre di amianto aerodisperse. In termini procedurali la validità del procedimento autorizzativo è subordinata all'osservazione di una prescrizione che prevede un monitoraggio a cadenza mensile delle fibre aerodisperse a far data da giugno 2020. La prescrizione prevedeva infatti che i dati della campagna di monitoraggio fossero inviati agli uffici competenti non appena disponibili. "Questo monitoraggio in realtà risulta essere stato avviato con quasi un anno di ritardo, e la prima comunicazione del ritardo è stata trasmessa alla Regione ad aprile di quest'anno", ha spiegato Presi.

I rappresentanti del comitato chiedono “Un chiarimento ufficiale da parte degli enti preposti riguardo le tematiche esposte in conferenza ed alla palese incongruenza tra i dati presi in considerazione in fase di progetto e la documentazione tecnica storica fornita dall'allora gestore del sito e convalidata dalle misurazioni richieste dalla provincia di Pisa durante la fase di esercizio.”

I due hanno anche ricordato come una richiesta di messa in sicurezza presentata nel 2014 ( per la riapertura dell'impianto per tre anni rispetto agli otto previsti nell'ultima autorizzazione ) sia caduta nel vuoto.

Oltre a questo, i comitati vogliono sapere “Come mai non sia stata sospesa l'autorizzazione in conseguenza della mancata effettuazione del monitoraggio ante operam, come previsto nel piano di monitoraggio e dalla delibera di autorizzazione.”

Presente per una breve introduzione anche il sindaco di Terricciola Mirko Bini, che ha ricordato come sia sempre in piedi anche il ricorso al Tar

In rappresentanza del Comitato Gruppo Zero ha partecipato alla conferenza stampa anche il professor Pasquale Vaira, che con l’occasione annuncia che "Il Gruppo Zero sta lavorando su nuove ed importanti iniziative  Intanto - conclude Vaira - è stato presentato il nuovo video a supporto della campagna di sensibilizzazione pubblicato sui canali social".