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"Non riaprite la pirotecnica"

La superstite dell'esplosione ha espresso il suo disagio nel caso l'azienda dovesse riaprire. Il sindaco Fais: "Non possiamo impedirlo"

"Avrei molto da dire, ma non mi viene in mente niente. Dico solo di fermarsi un attimo a pensare e capire cosa significa un'azienda di fuochi d'artificio per gli abitanti dei paesi del comune di Terricciola. Non ho altro da aggiungere".

Con queste parole lapidarie, rilasciate al quotidiano Il Tirreno, riportate nell'edizione di oggi, Simona Panicucci commenta la possibile riapertura dello stabilimento in cui vide morire quattro colleghi e lei stessa rimase gravemente ferita in seguito a una violenta esplosione.

Sono pasati 14 anni dal tragico evento che nel novembre 2001 sconquassò il Comune di Terricciola. All'epoca Simona Panicucci aveva 26 anni. Oggi la donna ha espresso il suo rammarico sulle pagine del quotidiano locale, e le sue parole suonano quasi come un avvertimento. Nell'intervista Panicucci ripercorre i momenti in cui venne sbalzata via a molti metri di distanza, le prime percezioni dopo la deflagrazione, come le voci dei soccorritori alla ricerca dei corpi.

Dal racconto trasuda il timore che l'evento possa ripetersi, e l'idea di dover tornare a convivere con quella eventualità, per quanto remota, genera solo brutti ricordi. Ma il sindaco di Terricciola Antonietta Fais ha dichiarato che il Comune non dispone dei mezzi per opporsi: la ditta avrebbe il diritto di presentare le carte per la riapertura, che sarà valutata (in tempi piuttosto lunghi, pare) da un'apposita commissione.