Attualità

Un'accurata lezione di legalità

Il giornalista della Rai Rizzo ha incontrato gli studenti delle scuole di Terricciola e Lajatico: "'ndrangheta, oggi la mafia più pericolosa"

Domenico Valter Rizzo, direttore della testata regionale della RAI e giornalista di esperienza pluriennale, ha incontrato gli alunni delle Scuole Secondarie di Primo Grado di Terricciola e Lajatico e gli alunni delle classi quarte e quinte di Terricciola: "Non sono un eroe - ha detto - non guardatemi come tale. Faccio solo il mio lavoro. L’importante è capire da che parte stare, distinguere il bene dal male, il legale dall’illegale, il bianco dal nero. Non fate in modo che passi il messaggio che tutto è uguale. Le differenze ci sono e bisogna imparare a scegliere”.

Rizzo ha vissuto in prima persona la violenza del sistema mafioso quando nel 2006, insieme ad altri colleghi, venne cacciato dall’emittente regionale siciliana Telecolor per aver toccato, con i propri servizi scomodi, gli interessi di qualche potente locale. Ha scritto per L’Ora di Palermo all’epoca delle stragi di mafia, per L’Unità, ha lavorato per Rai news 24, come inviato nei programmi di Michele Santoro e La vita in diretta

Ora è approdato al TGR Toscana e ne dirige la redazione sempre con lo stesso spirito, quello di raccontare i fatti anche se scomodi. E di questioni scomode, riguardanti non solo la Sicilia dalla quale Rizzo proviene ma anche la Toscana, sua nuova casa, terra che nell’immaginario collettivo appare lontana da ogni infiltrazione mafiosa, il giornalista siciliano ha parlato nel reportage Toscana nostra in cui mette in luce come questa regione sia diventata da anni terreno fertile per gli investimenti dei denari provenienti dalle mafie, soprattutto dalla ‘ndrangheta che Rizzo ha definito “la mafia al momento più potente e più temuta al mondo. Appalti pubblici, edilizia, traffico di rifiuti speciali, discoteche, alberghi, controllo di aziende che producono capi griffati… una mafia forte - ha concluso Rizzo - che non spara. Che controlla, gestisce, si insinua, ma non spara".

Grazie alle sue parole gli alunni di Terricciola e Lajatico hanno potuto anche quest’anno ricordare l’importanza del parlare di legalità nella scuola. Perché attraverso piccoli semi come questo e “una sana ribellione” come ha suggerito il giornalista, si possa costruire il futuro delle nuove generazioni.