Cronaca

Delitto Marchesano, una telefonata inguaia l’amico

In una conversazione scoperta dai carabinieri il riferimento a una presunta visita dell’uomo fermato a Giuseppe Marchesano nelle ore dell’omicidio

Si aggrava la posizione dell’amico di Giuseppe Marchesano, D. S. di Chiesina Uzzanese in provincia di Pistoia, che i carabinieri hanno interrogato ieri per ore e poi trasferito in carcere a Pisa nell’ambito delle indagini sulla morte del 27enne ucciso con quattro colpi di pistola alla testa e due alle gambe nella sua casa a  Montopoli Valdarno. 

La novità consiste in una telefonata tra i parenti di D.S. in cui si farebbe riferimento a una visita dell’uomo a  Marchesano proprio venerdì, tra l’altro il giorno del compleanno del fermato.  La morte di Marchesano, da quanto ricostruito finora, risalirebbe alla sera del 9 novembre mentre la scoperta del corpo alla sera del giorno successivo. 

I carabinieri hanno anche scoperto che in passato durante un controllo la vittima e D.S furono identificati insieme. L’incrocio con la banca dati delle forze dell’ordine ha poi permesso di risalire al possesso di armi da parte dell’uomo fermato. I carabinieri stanno indagando su una pistola 357 magnum che l’uomo ha di recente acquistato, compatibile con l’arma usata per il delitto.

Quest’ultimo nega qualsiasi coinvolgimento ma la sua versione, a quanto pare, presenta delle contraddizioni. Non sarebbe poi stato in grado, durante l’interrogatorio, di spiegare le immagini delle telecamere di videosorveglianza che hanno ripreso la sua auto nelle vicinanze della casa della vittima nelle ore in cui si ritiene sia avvenuto l’omicidio.