Lavoro

Una lettera a Napolitano per gli imprenditori che si uccidono

Il presidente di Confartigianato, Pucci: "Sono omicidi di Stato"
PROVINCIA DI PISA - Romano Pucci, il neo presidente ponsacchino di Confartigianato, tra le prime cose che fa dopo l'elezione si impegna sul problema dei suicidi causati dalla crisi economica, scrivendo una lettera al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. E in questo caso la tempistica non è mai stata così giusta, la lettera arriva a distanza di circa 10 giorni dall'ultimo imprenditore che si è suicidato in provincia di Pisa e a poche ore da un altro suicidio per mancanza di lavoro consumatosi proprio a Ponsacco. “Le statistiche parlano di suicidi, ma c’è chi li definisce omicidi di Stato” dice Pucci nella lettera. Poi continua e non ha mezzi termini “Qualcuno potrebbe portare in giudizio lo Stato per omicidio colposo”. L'obiettivo è sollecitare il presidente della Repubblica affinché vigili sulla situazione degli imprenditori. “Mi rivolgo a lei - si legge nella lettera – perché, oltre a essere il Capo dello Stato è l’unico al quale possiamo fare affidamento. Le scrivo - prosegue la missiva – riguardo le numerose morti di imprenditori, per lo più titolari di piccole imprese, che da sempre sono il motore dell’Italia, che le statistiche classificano come suicidi. Questi imprenditori - continua il testo indirizzato a Napolitano - vantavano crediti dallo Stato, inteso nelle sue più ampie articolazioni: ministeri, enti locali, aziende sanitarie, ex municipalizzate”. Pucci poi evidenzia come lo Stato non sia più in grado di agevolare l’attività delle imprese ma, viceversa, ponga mille ostacoli sul loro cammino. “Alcuni, troppi imprenditori – dice ancora Pucci - non ce l’hanno fatta. Ma quanti ancora non ce la faranno? Quanti ancora dovranno arrivare a questi gesti estremi prima che lo Stato si accorga di loro? A quanti suicidi dovremo ancora assistere prima che lo Stato si renda conto che, forse, è corresponsabile di queste morti, poiché non ha creato le condizioni necessarie affinché gli imprenditori potessero continuare a intraprendere le loro attività? Per vedere un intervento forte dello Stato in favore di noi piccoli imprenditori - prosegue Pucci - e, quindi, fermare questa sequela di suicidi, dobbiamo forse aspettare che qualcuno, improvvidamente, decida di citare in giudizio lo Stato per omicidio colposo?” Pucci chiede infine al presidente Napolitano di vigilare sul futuro degli imprenditori perché questi possano dare un futuro al Paese. «Noi piccoli imprenditori - si legge nella lettera - ce la metteremo tutta per restituire dignità e soprattutto un futuro al Paese. Viceversa, Suo tramite, chiediamo alle istituzioni, al presidente Letta, al Governo, al Parlamento e alla politica tutta, un vero cambio di marcia: riforme, riduzione drastica della burocrazia, riduzione del costo del lavoro e dell'imposizione fiscale, tempi certi dei pagamenti e della giustizia, ma soprattutto, particolare attenzione al mondo che rappresentiamo”. A seguito della lettera inviata da Pucci al Presidente Napolitano, la Confartigianato di Pisa, ha deciso di creare uno sportello specifico che ha chiamato “Sos Tengo”. “ E' uno sportello dentro l’associazione - ha spiegato il direttore Paolo Margheri - al quale si possono rivolgere tutti i nostri associati per avere prime consulenze gratuite legali, finanziarie, fiscali, nonché un valido supporto psicologico. Inoltre – ha concluso Margheri - offre agli associati una prima consulenza gratuita di un pool di avvocati che abbiamo appositamente deciso di chiamare “Avvocati di strada".