Politica

Una mozione per il diritto all'aborto

Il consiglio regionale toscano torna ad affrontare il diritto all'interruzione di gravidanza oggi osteggiata dagli "Obiettori"

Firenze - Sono passati 35 anni dal 1978 anno in cui gli italiani votarono per il referendum sull'aborto da cui nacque la legge 194 sull'interruzione volontaria di gravidanza. Nonostante i buoni risultati, il numero di aborti è diminuito nel corso degli anni, l’applicazione in molte strutture italiane è difficoltosa per l’alta percentuale di medici e di altro personale di assistenza che hanno fatto obiezione di coscienza. Di questo è tornato a occuparsi il consiglieri regionali della toscana in occasione dell’anniversario della 194, i consiglieri dei gruppi di maggioranza in consiglio regionale Sgherri, Matergi, Lastri, Boretti, Gazzarri, Pugnalini, Chincarini, Russo e Naldoni, hanno presentato una mozione che chiede alla giunta di intervenire nell'organizzazione del servizio nelle strutture toscane per garantire la piena applicazione della legge. Una mozione di civiltà e di rispetto dei diritti delle donne e più in generale di tutti i cittadini come previsto dalla legge nata da uno dei referendum più discussi della storia repubblicana. A livello nazionale più del 70% di ginecologi e ostetrici è obiettore di coscienza e non pratica interventi per l’interruzione volontaria della gravidanza.