Cronaca

Usb: "La sede del tribunale di Pontedera è occupata abusivamente"

I lavoratori dell'Usb si scagliano contro Filippeschi, il sindaco di Pisa, che avrebbe dovuto curare il trasloco del tribunale di Pontedera

I lavoratori del tribunale di Pisa, aderenti all'Unione sindacale di base (Usb) attaccano il sindaco Filippeschi per il mancato trasloco della sede pontederese del tribunale nella città capoluogo di provincia, dopo che è stato deciso, secondo quanto sostengono gli esponenti dell'Usb, in modo unilaterale da parte del comune di Pisa di non fare il trasloco e liberare la sede distaccata del tribunale di Pontedera ormai chiuso da sei mesi.

“Riunioni e norme – esordiscono dall'Usb - hanno stabilito che gli oneri delle spese di trasloco, che peraltro saranno rimborsati dallo stesso ministero, da Pontedera al tribunale di Pisa ed in altri locali che sarebbero dovuti essere messi a disposizione dalla stessa amministrazione comunale pontederese, sono a carico del comune di Pisa, ma di dare seguito a quello che è un suo preciso dovere, il sindaco - (Filippeschi ndr) non ci pensa proprio”.

“Lo stanziamento previsto per ottemperare a quanto dice la legge – continuano i sindacalisti - è stato revocato unilateralmente dal Comune di Pisa a cui appunto spettava l’onere senza che neanche i responsabili dello stesso Tribunale ne fossero a conoscenza. Ma si sa, - ironizzano gli esponenti dell'unione sindacale di base - Pisa è unica e si vuole distinguere anche in questo. E' l'unico comune in Toscana a lasciare che i fascicoli e gli atti vadano cercati di volta in volta nella ex sede di Pontedera ormai occupata abusivamente. E sono esclusivamente i lavoratori del Tribunale a doversi far carico di questo problema”.

“Ma non è più una novità – concludono i sindacalisti - su di loro e su tutti i cittadini gravano i disagi e la regressione di un paese sempre più vicino al terzo mondo in cui l’unica strada percorribile per la pubblica amministrazione sembra legata all'ossessione dei tagli, della spending review e, aggiungiamo, della politica del fare prima di pensare”.