Oltre sette mesi fa la chiusura totale del Ponte della Botte, poi lo slittamento della data prevista per la riapertura. Confcommercio si fa portavoce del grido d'aiuto delle imprese ubicate in prossimità dell'infrastruttura. “Dopo l'ultima riunione del 28 Gennaio - commenta il referente sindacale di Confcommercio Provincia di Pisa Luca Pisani - abbiamo immediatamente inviato una pec alla Provincia di Pisa per conoscere il cronoprogramma sottoscritto a suo tempo dalla ditta appaltatrice e contestualmente richiedere l'applicazione di penali per questi ritardi insopportabili. Nonostante le rassicurazioni ricevute, tutto tace".
"La nostra proposta l'abbiamo messa nero su bianco - prosegue Pisani- applicare le penali alla ditta appaltatrice e destinare gli introiti alle attività danneggiate, come forma di ristoro. Anche un solo giorno di chiusura in più rappresenta per gli imprenditori un vero problema e un indiscusso danno economico. Dalla chiusura del 5 Agosto le previsioni erano di riaprire addirittura lo scorso settembre, poi di rinvio in rinvio si è arrivati a un nuovo slittamento che indica la riapertura con senso unico alternato solo per la metà di aprile, ovvero altri mesi di disagi per le imprese".
Alla richiesta di Confcommercio si unisce lo studio legale degli avvocati Francesca Calamita e Alessandra Gherardini, che tutela alcune delle attività ubicate in prossimità del Ponte alla Botte, sia sul versante di Calcinaia che su quello di Vicopisano. “Fin dall'inizio di questa vicenda - spiegano gli avvocati- abbiamo cercato di interloquire con gli enti coinvolti, facendo presente, con una pec inviata il 15 luglio 2024, delle difficoltà che avrebbero attraversato in seguito alla chiusura le attività collocate su una strada molto trafficata e snodo nevralgico per il traffico di merci e persone sul territorio, chiedendo una collaborazione fattiva per l'erogazione di aiuti".
“A questa pec, così come agli altri successivi solleciti - proseguono gli avvocati- non è mai arrivata una risposta, solo il Comune di Calcinaia ha risposto il 17 febbraio comunicando che nel 2025 sarà disposta una riduzione del 75% per le imposte su pubblicità e suolo pubblico. Ci aspettavano ben altro trattamento, considerata la situazione ormai disperata di attività che dalla chiusura stanno attualmente registrando un calo di fatturato dal 90 al 95%. Stiamo parlando di attività a conduzione familiare e che non presentavano alcuna difficoltà economica prima della chiusura del ponte e che ora rischiano di chiudere definitivamente".