Cultura

​I suoni dei Monti Pisani

Anche la terra se indagata con metodo scientifico, può restituire la sua musica e farci viaggiare nel tempo

Un gruppo di ricerca formato da due geologi e due geofisici, hanno presentato al Circolo dell’Ortaccio di Vicopisano un singolare progetto artistico-scientifico che riguarda i Monti Pisani. In sostanza si tratta di un processo di sonificazione dei dati rilevati nell’analisi della composizione del sottosuolo che compone gli strati geologici del monte. 

La geologa Chiara Frassi dell’Università di Pisa, ha prima spiegato nel dettaglio la struttura delle rocce che compongono i nostri monti che si suddividono principalmente in due categorie: rocce verrucana (o silicoclastiche) e rocce carbonate. La loro stratificazione risale al periodo del Pliocene quando la catena dei Monti Pisani non era che un’isola circondata dal mare e questo spiega anche la presenza di conchiglie fossili e di impronte di animali sulla battigia ormai pietrificata.

Il Prof. Gianluca Fiandaca, dell’Università Statale di Milano, ha poi illustrato la metodologia geofisica usata per indagare il sottosuolo che si avvale di una strumentazione all’avanguardia di cui è stata data una dimostrazione pratica al pubblico presente, sul prato vicino alla chiesa. Il responsabile scientifico del progetto Emusic, Antonio Menghini, geologo, ha completato la presentazione introducendo i dati (segnali elettromagnetici) registrati nella piana di Vico, poi trasformati in musica. 

La serata si è conclusa con un singolare concerto condotto dal responsabile artistico di EMusic Stefano Pontani (chitarre e loops), insieme a Riccardo Marini (elettronica) e Marco Guidolotti (sax). La sonificazione dei dati costituisce il canovaccio su cui i musicisti hanno costruito la loro performance. I pezzi restituivano l'atmosfera musicale legata  ai suoni delle rocce dalle più superficiali (le Conoidi Argillose a 15 m di profondità), a quelle più profonde (le Quarziti a 80m nel sottosuolo). Sono queste ultime ad aver dato come risultato di dati tradotti in frequenze e quindi in note, un accordo in sì bemolle.

Un singolare viaggio nella terra e nel tempo che punta a sensibilizzare sull’importanza della ricerca e stimolare i più giovani allo studio della scienza da cui come dimostrato, possono nascere processi creativi affascinanti.