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Politica sabato 27 giugno 2020 ore 09:30

Cascina, le regionali e un Pd senza segretario

Dopo le dimissioni di Cerri il Partito democratico pisano ha davanti settimane e scelte difficili in vista del doppio voto di settembre



PISA — Pochi giorni fa Fabrizio Cerri ha presentato le dimissioni da segretario provinciale del Pd, dimissioni arrivate dopo il documento che Mazzeo, Ceccanti, Ciampi, alcuni sindaci come Angori (anche presidente della Provincia), Di Maio, Capecchi, Ferrucci, Giglioli, Carli, Lari e altri esponenti del Pd come Trapani avevano inviato per chiedere un’assemblea in tempi rapidi (il 23 giugno), anziché attendere quella già fissata per il 29.

L’assemblea, nell’intenzione dei circa 40 firmatari della lettera, aveva l’obiettivo di discutere di nomi e strategie da mettere in campo per le elezioni regionali e per le comunali di Cascina.

Cerri ha detto che il Pd doveva puntare ad avere otto nomi forti per le regionali e non tre capitani (Mazzeo, Nardini e Pieroni) e cinque gregari. A Cascina Cerri avrebbe voluto allargare il fronte di centrosinistra, oggi diviso tra Betti e Masi.

Centrosinistra spaccato che deve sfidare invece un centrodestra da tempo compatto sul nome di Leonardo CosentiniBetti è sostenuto da Pd, Per Voi, Volt, Verdi e Bene Comune, Masi da Cascina Oltre, lista che aggrega civici e forze di sinistra. Corrono da soli anche i socialisti che candidano a sindaco l'attuale consigliere comunale Fabio Poli, mentre in pista ci sarà anche Progetto Cascina, lista interamente civica con Michele Parrini.

In un Pd pisano senza segretario, e quindi senza guida né figura di garanzia, sono in corso quindi dibattiti serrati su Cascina e sulle elezioni regionali, anche su chi sarà il capolista. Mazzeo lo fu cinque anni fa, quando Renzi era a capo del Governo e tra i candidati pisani c’era ad esempio Ivan Ferrucci, consigliere regionale uscente nonché capogruppo toscano del Pd in consiglio regionale.

Insomma, nel 2015, con Renzi presidente del Governo Mazzeo fu il nome naturale per guidare la lista. Ora però gli scenari sono diversi. Il segretario del Pd è Zingaretti e la sua rappresentante pisana è Alessandra Nardini

Lo scontro per essere il capolista è stato sottolineato anche da Cerri come un aspetto negativo della situazione e uno degli elementi che lo hanno condotto alle dimissioni. La decisione dei capolista nelle varie province non è competenza provinciale, ma regionale. Un aspetto che interessa pochissimo i cittadini ma molto, e per qualcuno troppo, i diretti interessati.

Inutile nascondersi, entrambi puntano ad essere campioni di preferenze in provincia di Pisa. Questo pare che garantirebbe a uno dei due, in caso di vittoria del centrosinistra, un’alta probabilità di diventare assessore regionale e libererebbe anche un posto per un altro consigliere regionale pisano.

Pieroni è il terzo incomodo, nel 2015 venne eletto mettendosi alle spalle candidati forti come il suddetto Ferrucci e Francesco Nocchi, all’epoca segretario pisano del Pd, appoggiato dalla ex ministra Carrozza e dall'ex sindaco Fontanelli.

Arrivare al voto di settembre senza un segretario oppure con un commissariamento non è un bel segnale di unità di un partito che, seppur plurale, deve garantire una certa stabilità per amministrare i territori. Mazzeo spingerebbe per far tornare sulla sua decisione Cerri, Nardini sembra propensa ad accettare il commissariamento che potrebbe esserle favorevole, visto che verrebbe deciso da Roma.

I nomi per il consiglio regionale. Mancano ancora circa tre mesi alle elezioni. Oltre a Nardini, Mazzeo e Pieroni ci sono da trovare tre donne e due uomini (sulla scheda elettorale si possono esprimere due preferenze: per un candidato maschio e per una femmina). La campagna elettorale partirà forte verso fine luglio, ma i nomi non dovrebbero tardare molto ad uscire e la posizione di capolista, per superare le lotte interne, sembra possa essere occupata anche da una personalità della cosiddetta società civile.

René Pierotti
© Riproduzione riservata


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