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Lavoro lunedì 07 ottobre 2019 ore 06:30

Ottanta i Ptv Piaggio in attesa di stabilizzazione

Gli operai con contratti part-time verticali chiedono chiarezza sui numeri delle stabilizzazioni, previste dagli accordi sindacali ma non per tutti



PONTEDERA — I lavoratori Piaggio con contratto part-time verticale chiedono "chiarezza sulle notizie tendenziose che sono recentemente circolate su svariate testate giornalistiche, riportanti la presunta trasformazione da part time verticale a full time come se avesse già avuto luogo in un modo totalmente inclusivo per tutti i diretti interessati".

I Ptv, riuniti in assemblea, hanno elaborato un documento per fare chiarezza sulla loro attuale posizione lavorativa e sull'incertezza che ancora riguarda il loro futuro, in attesa delle stabilizzazioni pianificate con gli accordi sindacali.

"Nella realtà dei fatti - spiegano i Ptv -, i lavoratori con la suddetta tipologia di contratto che hanno visto concretizzare la propria trasformazione in full time sono una parte dell'esistente bacino (si parla di poco più di un terzo). Nel contempo l'azienda, in modo totalmente arbitrario, da un lato sfrutta gli ammortizzatori sociali per gestire i fermi produttivi di alcuni reparti, mentre pianifica nuovi contratti di apprendistato (futuri full time) in altri, attingendo dal nuovo bacino di contrattisti a termine, mossa che le consente di avere un notevole risparmio a livello contributivo, alla faccia dell'ex bacino dei contrattisti pre-esistente, tagliato fuori dall'azienda per aggirare il ddl Dignità".

"Attualmente i Ptv che attendono la trasformazione in full time sono circa 80. - conclude il comunicato -. Si parla di 80 persone in forza lavorativa da circa 14 anni che ancora oggi si ritrovano disoccupate per 5 mesi, senza reddito, mentre l'azienda macina utili per milioni di euro traendo profitto dalla sempre più spinta stagionalizzazione produttiva, negando diritti sindacali di base (come i permessi individuali) nei momenti di picco lavorativo, ed addirittura prendendo provvedimenti disciplinari gravi nei confronti dei delegati (vedere Cappellini) che "osano" pretenderne il rispetto".


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