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Rifondazione e la sanità

Il Prc pontederese è intervenuto per parlare della possibile privatizzazione della sanità e dei tempi di attesa per ricevere le prestazioni



PONTEDERA — Questo l'intervento del Partito di rifondazione comunista, che candida a sindaco Ilicia De Ienno.

"La privatizzazione della sanità tocca anche Pontedera: è ora di fare qualcosa!

Tra le criticità della sanità toscana più sentite dai cittadini, compresi i nostri concittadini di Pontedera, quella dei lunghi, a volte lunghissimi, tempi di attesa per effettuare una visita specialistica, una prestazione diagnostica o un’operazione chirurgica programmata, è certamente la prima in classifica. Lo stesso Ufficio di Tutela per l’assistenza dei cittadini, che vogliono presentare reclami o segnalazioni relativamente ai servizi sanitari della Valdera, certifica che quelle riguardanti i lunghi tempi di attesa sono una delle fette più grosse.

Anche per i pontederesi, si tratta di aspettare settimane, a volte mesi, nei casi più critici oltre un anno, per ottenere la prestazione dovuta e spesso su patologie per cui arrivare a un referto nel tempo più breve possibile fa la differenza. Situazione questa che normalmente porta gli utenti ad abbandonare il servizio sanitario pubblico e rivolgersi al privato, e al terzo settore, dove i tempi sono molto più veloci e, in molti casi, il costo è uguale se non addirittura inferiore a quello che si paga nel pubblico, con in più la comodità distrutture vicine cui rivolgersi: pensiamo alle persone anziane o sole.La situazione si è aggravata ulteriormente con la nascita delle tre nuove Aziende Sanitarie di Area Vasta, le cosiddette tre “uslone” volute dalla riforma sanitaria del 2015 voluta dal PD, per cui spesso i cittadini per ottenere una prestazione sanitaria -anche formalmente garantita nei tempi previsti dal piano regionale delle liste di attesa- sono costretti a muoversi in un territorio che va,geograficamente, dalla Lunigiana alla Val di Cornia e, per quanto riguarda più strettamente il bacino di riferimento nostrano, dalla zona Pisana alla Bassa e Alta Val di Cecina.
Come dire, oltre al danno (i tempi lunghi, le ore di lavoro perse, i chilometri macinati per spostarsi e raggiungere i luoghi dove effettuare la prestazione) la beffa nel sentirsi magari dire (è credete non è una rarità) che la macchina della TAC o della Risonanza non funziona o che lo specialista quelgiorno è sfortunatamente assente.
Non bastasse, il sistema è diventato sempre più burocratico e farraginoso! Per cui non è scontato che non ci capiti (è già successo a persone conosciute) di fare più file per ottenere la prenotazione o, ancora, basti pensare a cosa sia diventato avere in tempo gli ausili sanitari (come lettini, carrozzine,pannoloni, ecc.) e i nuovi farmaci previsti dai piani terapeutico individuali e, dunque, indispensabili per la persona che ne deve fare uso.
Nella nostra Azienda Sanitaria, o meglio nel territorio pisano (ex ASL 5) che comprende Pontedera, dal 2017, per snellire le liste di attesa su prestazioni quali: elettrocardiogramma ed ecocardiografia; visita neurologica; visita oculistica; visita otorinolaringoiatrica; visita dermatologica; ecografiadell’addome; ecografia mammaria; ecografia tiroidea; altre ecografie muscolo-scheletriche; TAC torace, dovrebbe funzionare il cosiddetto sistema “Open Access.
Il sistema prevede la collaborazione con i medici di famiglia ma, soprattutto, il privato accreditato: ossia tutte le strutture sanitarie private e del terzo settore che erogano prestazioni, per conto del servizio pubblico, alle medesime tariffe.Un evidente, e nemmeno nuova, cessione al privato da parte della Regione Toscana di pacchetti di servizi e prestazioni pubblici che finirà con il mettere in crisi la sanità pubblica regionale. Non il destino cinico e baro, ma la volontà politica di favorire quel terzo pilastro fatto di privato vero e proprio e di privato sociale che rappresentano interessi economici enormi anche in Toscana.
Certo, per il cittadino apparentemente nulla cambia. Forse, però, bisognerebbe riflettere attentamente su dove porta questa strada. Infatti, da altre parti una volta che il settore pubblico è stato indebolito a favore di quello privato, la sanità pubblica sostituita da quella privata, non è che si sia fatto un buon acquisto.Là dove questo è già avvenuto, da una parte si sono ritrovati con un sistema pubblico non più in grado di dare risposte, se non residuali; dall’altra con il proliferare, una volta che le tariffe sono (guarda caso nel giro di poco tempo) aumentate, di sistemi assicurativi che selezionano il rischio (per cui se sei un malato cronico ti arrangi!) ratificando il passaggio tombale al privato anche inquesto settore.
Il nostro, lo dovremmo ricordare più spesso, è un servizio sanitario pubblico a carattere universale che, nonostante i tagli di questi ultimi anni (20 miliardi in meno negli ultimi 10 anni), resta uno dei migliori nel mondo e ci garantisce cure ospedaliere e in emergenza gratuiti. La salute è un diritto! Teniamocelo caro, in Italia come a Pontedera, prima che sia troppo tardi!".


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