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Interviste giovedì 23 maggio 2019 ore 07:30

​Simone Millozzi: "Lascio una città viva"

Simone Millozzi

Sette domande di fine mandato al sindaco di Pontedera che tra 4 o 20 giorni (eventuale ballottaggio) lascerà la fascia. "Sono orgoglioso"



PONTEDERA — Cosa si prova, cosa prova Simone Millozzi a (dover) lasciare la fascia di sindaco dopo 10 anni?

"Sono tante e diverse le emozioni e le sensazioni che si provano. Quello che sento di più addosso è la consapevolezza non solo di aver fatto il sindaco di una città bellissima ma pure di esserlo stato. Ogni giorno ed ogni notte per dieci anni. Con impegno, onestà e determinazione. Cercando di ascoltare ogni singola istanza dei cittadini e approntare quando possibile soluzioni ai problemi posti. Quando il giorno dopo mi confronterò con la mia coscienza potrò addormentarmi serenamente nella consapevolezza di aver speso tutte le mie energie e tutte le mie competenze al servizio della comunità. Perseguendo l'interesse pubblico e generale di una città che con orgoglio e dignità ho avuto l'onore di governare e rappresentare".

Più le cose ben fatte e ben riuscite o quelle non riuscite? Cominciamo da queste ultime citando, come esempi l'autodromo o i progetti delle nuove grandi espansioni a sud e a nord della città.

"Abbiamo fatto moltissime cose. Altre sono preparate e pronte per vedere la luce. Alcune, soprattutto quelle che camminavano su due gambe, quella pubblica e quella privata, non hanno avuto l'esito sperato perché la gamba "privata" per motivi diversi non ha potuto svilupparle. L'autodromo è una di queste così come alcuni sviluppi urbanistici che noi avevamo programmato e pianificato. In questi dieci anni non abbiamo contratto un solo mutuo ma abbiamo cercato di stabilizzare un bilancio che veniva da due mandati di fortissimi investimenti che avevano trasformato e migliorato la città. Nonostante tutto posso dire di esser soddisfatto del modo con cui siamo riusciti ad amministrare il decennio di una crisi socioeconomica più dura dal dopoguerra ad oggi. Nonostante la crisi, i tagli ai comuni, le minori entrate abbiamo mantenuto molti degli impegni che avevamo preso con i cittadini. Quando si arriva alla fine di un percorso la domanda da farsi è soltanto una: potevamo fare di più e meglio? La mia risposta è questa: sempre si può fare meglio, ma di più, lo dico con umiltà e cognizione di causa, non sarebbe stato possibile. 

E le realizzazioni o interventi politico-sociali più positivi?

"Sono orgoglioso, nonostante le enormi difficoltà a cui ho accennato, di aver fatto tutto quanto possibile per non arretrare di un passo rispetto alla nostra vasta rete di protezione sociale non lasciando nessuno da solo rispetto ai propri bisogni ed alle proprie difficoltà. Abbiamo impegnato tutte le risorse e gli strumenti disponibili per dare risposte alla città sui temi della scuola, della sanità, della riqualificazione urbana, dell'animazione territoriale e della sua capacità di esser attrattiva. Al netto delle stucchevoli polemiche politiche io credo che la Pontedera del 2019 sia una città viva, un centro di attrazione ben più importante del numero di abitanti che ha, un punto di riferimento importante della Valdera e dell'intera Provincia di Pisa. La Pontedera del 2019 è una città pronta ad affrontare le sfide del futuro senza aver perso le sue vocazioni di città del lavoro, del commercio, dei servizi. A volte sarebbe interessante fare una comparazione seria alzando lo sguardo oltre i propri confini. Io sarò pure di parte perché di questa città sono innamorato ma credo davvero che se dovessimo stilare una classifica proporzionata alla propria grandezza Pontedera ha poco da invidiare al altre realtà addirittura ben più grandi".

Il decennio Millozzi passerà alla storia anche (e soprattutto?) per la grande crisi economica iniziata nel 2009. Usando un'espressione popolare, sfortuna cane?

"Le crisi economiche strutturali, soprattutto quelle globali come quelle dell'ultimo decennio, anche se gli economisti le definiscono cicliche, non sono mai figlie della sfortuna ma sempre il risultato di strategie, di progettazioni giuste o sbagliate. Io credo che affidare alla finanza e non al tessuto economico, quello fatto di fatica lavoro ed impresa, sia stata la deriva più scellerata avallata purtroppo trasversalmente dalla politica in generale. Non mi ritengo sfortunato per aver fatto il sindaco in un periodo così difficile. Sfortunati sono quei lavoratori che hanno perso il proprio posto di lavoro (quelli della TMM ad esempio), sfortunati sono i giovani che non riescono a poter mettere su famiglia perché non trovano lavoro o perché lo trovano talmente precario da non poter ottenere un mutuo dalle banche. Sfortunati sono quei cittadini che hanno davvero sofferto gli effetti della crisi. Un sindaco, io credo, essendo il primo rappresentante dello Stato al servizio dei problemi delle comunità locali, non deve giudicare sé stesso immaginando di dover rimanere alla storia per qualcosa in particolare. In base al mio metro ed ai miei valori posso dire di esser stato invece pure fortunato: la qualità di una azione collettiva si giudica soprattutto da come riesce ad affrontare le difficoltà. Un nocchiero affidabile deve saper condurre in porto la propria nave anche con il mare grosso. Questo ho provato a fare. E se la Pontedera del 2019 è riuscita a "reggere" il passaggio della crisi questo mi basta per sentirmi invece fortunato e soddisfatto".

E' verosimile quanto dicono le attuali opposizioni che le future amministrazioni, di qualsiasi colore saranno, avranno serissimi problemi a gestire il Comune? 

"Non lo penso proprio. Anzi. Chi verrà ad amministrare questa città troverà spazi finanziari e strumenti già messi in campo per farla crescere e sviluppare ancora. Certamente per amministrare un comune non serve solo impegno e dedizione ma anche competenza e voglia di stare dentro i problemi ed i meccanismi. Non ho mai mancato di censurare le proposte politiche di chi urla quattro slogan prefabbricati per solleticare la pancia delle persone. Io sono abituato a diffidare da quel modo di affrontare i problemi complessi di una città e di una amministrazione con soluzioni facili e bislacche. Penso che non succederà. Ma se il prossimo sindaco dirà di avere seri problemi per gestire il comune a causa dei miei due mandati amministrativi vorrà dire che ha sbagliato "mestiere". 

La seduta consiliare finale è stata caratterizzata da grandi emozioni, lacrime al femminile e dall'appello del sindaco a voler bene a questa città. La politica è anche sentimento?

"La politica è soprattutto sentimento ed emozione. La sola ambizione non può bastare mai. Chi si candida a governare una città deve sentire dentro il fuoco vivo della passione per quella comunità. Deve sentire la bellezza di essere al servizio di un progetto condiviso, deve sentirsi portavoce di una azione collettiva fatta di idee, speranze e sogni. Governare una città con serietà e responsabilità presuppone in primo luogo di amarla, senza se e senza ma. Questo è stato l'invito che ho rivolto a tutti i candidati in quell'ultimo consiglio. Senza quell'amore disinteressato, quel sentimento che dopo dieci anni pur così faticosi ancora oggi sento intatto, non si potrà mai interpretare quel ruolo meraviglioso e totalizzante che è connaturato all'essere un sindaco".

Infine: Millozzi tornerà a indossare la toga di avvocato lasciando la politica o comunque continuando a seguirla attivamente?

"Prima di tutto proverò a restituire un po' di tempo alla mia famiglia, a mia moglie ed ai miei figli. Li devo ringraziare davvero perché sono riusciti a supportarmi ogni singolo giorno e sopportare tutte le mie assenze. Senza il calore stupendo del loro affetto non avrei potuto dedicarmi, così come ho fatto, al compito che avevo davanti. Rispetto alla politica credo di aver risposto prima: le passioni quelle vere e quelle autentiche non si perdono mai, a prescindere dai ruoli che si hanno. Continuerò senz'altro, in forme e modi diversi, ad interessarmi della cosa pubblica e delle politiche che la riguardano. La mia esperienza, le mie competenze ed i valori che porto dentro sono e saranno sempre a disposizione ed al servizio della comunità politica a cui appartengo".

Marco Migli
© Riproduzione riservata


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