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Politica giovedì 09 giugno 2022 ore 21:15

Base militare, no di Progetto Pontedera e Cocilova

L'ipotetica area interessata

Una delle componenti del centrosinistra cittadino: “No alla caserma o riflessioni sull’appoggio politico”. L’assessora contraria e il sindaco risponde



PONTEDERA — Strada sbarrata per la base militare a Pontedera da parte di Progetto Pontedera. La lista, che si è presentata nel 2019 alle elezioni a sostegno del sindaco Matteo Franconi, respinge l’ipotesi di trasferimento del progetto da Coltano e chiede allo stesso primo cittadino e alla giunta di schierarsi. Altrimenti, sarà aperta una riflessione sul sostegno all’amministrazione.

"Respingiamo in modo fermo l’idea che Pontedera possa divenire il piano B per la base militare - hanno specificato - le dichiarazioni del presidente Giani hanno dell’inverosimile e dimostrano tutta l’incapacità di gestire corretti percorsi politici con i territori. Senza scendere nel merito della discussione, perché discussione non può esserci, invitiamo il sindaco, la giunta e il Consiglio comunale a respingere con fermezza queste provocazioni".

"Scelte di questo calibro non possono arrivare all’improvviso senza che vi sia stata un’informativa preventiva alle forze politiche e alla cittadinanza - hanno aggiunto - da nessuna parte è mai stata indicata la vocazione del territorio a usi militari”.

“Siamo agli inizi della discussione sul nuovo piano infrastrutturale e l’unica ipotesi di discussione su consumo di suolo potrà esserci solo per la realizzazione di un nuovo ospedale di cui si sente necessità - hanno concluso - Progetto Pontedera non sosterrà decisioni che vadano nel senso prospettato dal presidente Giani e, nel caso, trarrà le debite decisioni sull’appoggio politico all’amministrazione di Pontedera".

Dopo Progetto Pontedera, anche dalla giunta, con l’assessora al Sociale Carla Cocilova, arriva un no. "Ho aderito fin da subito al movimento contro la costruzione di una base a Coltano - ha spiegato - andrei contro la mia storia umana, politica e professionale se assumessi una posizione diversa e credo che, a prescindere dai ruoli che si ricoprono, ci siano dei principi non negoziabili".

L'assessora Cocilova

"Una struttura militare sul nostro territorio significa, per me, alimentare un sistema di investimenti e l’incremento di un’economia di guerra a cui mi sono sempre opposta - ha continuato - oltre a questo, trovo totalmente ingiusto che i fondi Pnrr vengano utilizzati con queste finalità".

"Non sarei quindi più credibile davanti a me stessa né davanti agli altri se non difendessi questa posizione, non riconoscerebbero la persona che si è sempre battuta per un’idea di pacifismo reale e per la demilitarizzazione dei territori - ha aggiunto - queste le argomentazioni che ho portato anche al sindaco e alla giunta, ribadendo la mia ferma contrarietà alla costruzione di una nuova base militare: né a Coltano né altrove”.

"Per questo, continuerò a lavorare, condividere e perseguire il progetto e il percorso di mandato di questa amministrazione - ha concluso - se, e fintanto che, l'ipotesi rispetto a un ruolo di Pontedera rimanga una semplice suggestione della discussione pubblica senza sviluppi concreti".

A stretto giro di posta, poi, è arrivata anche la risposta del sindaco Franconi. “La differenza fondamentale tra le democrazie di plastica e quelle reali sta nella capacità di saper accogliere le opinioni diverse e raccogliere le ragioni di ciascuna posizione all'interno di una discussione libera e franca - ha detto - proprio per questo ritengo un'opportunità, e non un problema, la posizione che una assessora della mia giunta ha assunto".

Il sindaco Franconi

"A differenza di Carla Cocilova io penso che il motivo dirimente per cui l'ipotesi di Coltano fosse sbagliata consista principalmente nell'impatto negativo sull'ecosistema ambientale di un parco da tutelare in modo assoluto - ha specificato - non penso invece che sia giusto a priori, senza nemmeno che quella suggestione diventi un'ipotesi di lavoro, scrivere dei no sulla pietra del dibattito; in primo luogo perché non si tratterebbe di una base militare ma di un centro di addestramento di corpi speciali, un pezzo dello Stato a cui non credo sia corretto negare il rispetto".

"Mi sembra che certe posizioni - ha concluso - rischino di confondere in un unico calderone indistinto i valori irrinunciabili del pacifismo, in cui credo senza se e senza ma, con l'interesse pubblico generale di un Paese la cui democrazia ed il cui ruolo internazionale si avvale e si fregia anche del lavoro di professionisti impegnati nell'attività antiterrorismo, nella sicurezza delle rappresentanze diplomatiche a rischio, nelle attività delle forze speciali".


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