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Politica martedì 06 febbraio 2024 ore 12:45

Cecchini, "13 persone non possono decidere per tutto il PD"

Capannoli
Foto di: Piero Frassi

La sindaca critica duramente l'assemblea che ha designato Cionini come candidata del partito: "Se ci sono ragioni solidi, si tengano le primarie"



CAPANNOLI — Il caos interno creatosi nel Partito Democratico di Capannoli, con la scelta da parte dell'assemblea di una nuova candidata a sindaco, Barbara Cionini, nonostante la scelta dell'attuale sindaca, Arianna Cecchini, di ripresentarsi vista l'abrogazione del limite dei due mandati per i Comuni con meno di 15mila abitanti, rischia di divampare.

È la sindaca stessa, dopo aver spiegato come sull'assemblea stessa sia pendente un giudizio di conformità da parte degli organi di garanzia del PD, a dare la propria versione sui fatti.

"Tredici persone possono entrare, sedute, nella maggior parte dei soggiorni di ogni abitazione - ha detto - ma neanche se fossero tredici capi di Stato potrebbero decidere le sorti di tutte le case del proprio paese senza averne preliminarmente discusso con la comunità politica che li ha incaricati di assumere il ruolo che esercitano. Salvo smentite autoritarie questa evidenza, nell'anno 2024, sembrerebbe dover valere anche per Capannoli e Santo Pietro Belvedere". 

Un riferimento a quanti, secondo la sindaca, sarebbero stati a indicare Cionini come nuova candidata. "Questo è ciò che meno dei tre quinti dell'assemblea del PD di Capannoli hanno provato fare - ha aggiunto - rinnegare, bocciare e stroncare il lavoro fatto in 10 anni da un'amministrazione guidata da una sindaca, tre assessori e due consiglieri comunali del PD, tra cui il segretario in carica e mazziere nella riunione dei tredici, non è un esercizio di stile".

"Esprimere una candidatura a sindaco, mai discussa in nessuna sede di nessuna riunione, mentre quella in carica, del tuo stesso partito è disponibile a proseguire il lavoro fatto non è un fatto politico: è solo una debolezza arrogante che prova a gestire sulla pelle di una comunità rancori personali - ha proseguito la sindaca - organizzare colpi di mano senza voler passare dalla strada maestra della trasparenza, della partecipazione e della socializzazione delle scelte è postura tipica dei salotti oligarchici di un tempo".

Quindi, l'appello ribadito già nella prima presa di posizione di Cecchini: se vi è un nuovo candidato, si tengano le primarie. "Se una frangia dei dirigenti del PD crede di avere solide ragioni per rivendicare la propria scelta, non avrà né timore né problemi a organizzare un dibattito pubblico tra iscritti e simpatizzanti e confrontarsi con il passaggio aperto, libero e trasparente delle primarie - ha concluso - al netto dei numeri esigui e delle forme carbonare con cui questa frattura si è creata e rischia di consumarsi in una voragine".


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