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Cronaca mercoledì 09 aprile 2014 ore 07:30

Diagnosi e terapia dell'infarto, ecco la rete provinciale

I cardiologi hanno incontrato circa 2mila ragazzi, tra i 16 e i 18 anni, di venti scuole della provincia.



PISA — Dal 2009 Asl5, Aoup, 118 e Cnr/Fondazione Monasterio hanno attivato un protocollo per i pazienti con sospetto infarto miocardico acuto. Il percorso prevede che, nel territorio della Usl5 corrispondente in buona parte con i confini della provincia di Pisa, questi pazienti vengano direttamente indirizzati alle sale operatorie dell'Emodinamica dell'Aoup.

Nel primo anno di attivazione solo il 9 per cento dei pazienti poté seguire il percorso. Negli anni successivi la percentuale è costantemente aumentata: nel 2010 il 18 per cento, nel 2011 il 24 per cento, nel 2012 il 31 per cento e nel 2013 il 41 per cento. Nonostante l’incremento però, è evidente che ancora molti pazienti non riescono a utilizzare appieno le possibilità offerte dalle strutture sanitarie provinciali, accedendo troppo tardi alle cure o effettuando percorsi più lunghi che mettono a rischio la loro vita o l'esito della terapia.
Per questo motivo si è voluto avviare una campagna informativa che provi a raggiungere buona parte della popolazione.

Strutturata in due fasi (la prima in aprile, la seconda a novembre) la campagna prevede spot a rotazione nelle Tv locali, nei cinema e nelle farmacie, inserzioni sui quotidiani, affissioni murali e distribuzione di pieghevoli.
Grande attenzione è stata dedicata all'informazione dei più giovani: i cardiologi hanno incontrato circa 2mila ragazzi, tra i 16 e i 18 anni, di venti scuole della provincia.

L'importanza di una corretta informazione sulla diagnosi precoce dell'infarto miocardico è evidenziata dai dati che abbiamo a disposizione: la maggior parte di chi ne è colpito non sopravvive abbastanza a lungo per ricevere assistenza medica. È quindi fondamentale la tempestività della diagnosi e l’applicazione di un corretto percorso terapeutico. La Toscana è stata una delle prime regioni ad applicare le linee guida internazionali che prevedono la creazione di percorsi che colleghino tra loro le diverse strutture dedicate sanitarie e a creare le cosiddette Reti dell’infarto. Come funzionano? Il 118 soccorre il paziente con sospetto infarto, trasmette in via telematica il tracciato elettrocardiografico all'unità cardiologica e, se il sospetto si rivela fondato, il 118 trasporta direttamente il paziente nella sala di emodinamica, dove lo aspetta un'equipe reperibile 24 ore su 24. Come dicono i cardiologi: “Il tempo è muscolo”. Nella sala di emodinamica il paziente viene sottoposto a una coronarografia ed eventualmente ad un’angioplastica primaria che permette, tramite la riapertura dell’arteria coronaria occlusa, il salvataggio del muscolo cardiaco.

La campagna informativa, soprattutto nei seminari tenuti nelle scuole superiori, ha voluto anche porre l'accento sulle cause dell'infarto miocardico e sui fattori di rischio: l'ipertensione arteriosa, l'alterazione del metabolismo di colesterolo e trigliceridi, il diabete mellito, l'obesità e il fumo di sigaretta.


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