Questo sito contribuisce alla audience di 
QUI quotidiano online.  
Percorso semplificato Aggiornato alle 15:15 METEO:PONTEDERA17°  QuiNews.net
Qui News valdera, Cronaca, Sport, Notizie Locali valdera
venerdì 26 aprile 2024

— il Blog di

​Napoleone e Montecastello,conquistatore o tiranno

di - domenica 19 aprile 2015 ore 18:40

"Ogni comunità che si permetterà di formare attruppamenti, sedizioni, sarà riguardata come ribelle. Le comunità che avranno suonato le campane a martello resistenza saranno saccheggiate e bruciate. Se non renderanno le armi o che porteranno la coccarda nemica saranno fucilati...i Nobili e i Preti risponderanno sulla loro testa... i curati e i preti saranno obbligati di andare innanzi agli insurgenti per farli rientrare nell'ordine, quelli che non lo faranno saranno riguardati come capi e puniti come tali".

E' un avviso tedesco-nazista anti partigiani della seconda guerra mondiale? No, no, come dimostrano subito, perlomeno a chi si intende un po' di lingua, alcuni termini, tipo 'insurgenti' non più in uso nel '900. E' un proclama franco-napoleonico e si apre con la testata "Liberté, Egalité" (manca, chi sa perché, Fraternitè) Quartier Generale di Firenze. 16 Fiorile, Anno 7° della Rivoluzione Francese". 

In omaggio alla primavera, Fiorile era stato chiamato l' ottavo mese dell'anno nel calendario rivoluzionario, corrispondente al periodo del calendario gregoriano, poi ripristinato e tuttora in vigore, che partendo dall'ultima decade di aprile arrivava all'ultima di maggio. E l'anno 7° della Repubblica Francese era il 1796, anno della prima calata in Italia di Napoleone Bonaparte, non ancora re né imperatore ma già grande generale. 

Da Firenze l'editto arrivò a Pontedera, anzi al 'Tribunale di Pontedera' retto dal generale Gaultier, e da lì fu diramato a tutti i parroci del circondario - proprio cosi, avete capito bene: i parroci - per essere letto e spiegato dall'altare, visto che a fine '700 il 95% del popolo non sperava leggere mentre i parroci erano i veri, in quanto unici, comunicatori di notizie. Toccò leggerlo anche al pievano di Montecastello - già frazione di Pontedera, su decisione seicentesca del Granduca di Toscana, dopo esser stato fino dal Mille un comune autonomo stretto intorno al suo castello munito di pieve tutta dedicata a Santa Lucia - del quale conosciamo anche il nome: Baccio Fei. Ma non solo quel proclama toccò di leggere dall'altare a don Fei. Gliene arrivano anche altri in cui si diceva che anche i popolani montecastellesi dovevano girare con la coccarda-francese-tricolore-rivoluzionaria in bella vista sul petto, dovevano innalzare l'albero della libertà, e così via. 

Insomma: molto spesso i conquistatori si confondono con i liberatori, e viceversa, e la storia è piena di proclami, ordini, intimazioni - e purtroppo punizioni, fino alle stragi, per chi non rispetta - di questi tipo. Mentre nei confronti di Napoleone, erede della già sanguinaria rivoluzione francese e che mise a ferro e fuoco l'Europa per quasi vent'anni all'insegna della libertè, egalitè e fraternité, neanche Alessandro Manzoni si sentì di dare un giudizio definitivo, tanto che si rifugiò nel famoso verso "Fu vera gloria?, Ai posteri l'ardua sentenza". Ma i posteri, che siamo noi, hanno poi sentenziato in modo chiaro? No.

Mario Mannucci

PS: Per questa vicenda che partendo da Parigi arriva a Montecastello passando per Firenze e Pontedera bisogna ringraziare il compianto Luigi Gorini, montecastellese innamorato del suo glorioso paese, che studiando soprattutto gli archivi della pievania di Santa Lucia scrisse nel 2002 un libro-capolavoro ricostruendo quasi un millennio di storia castellana ('Montecastello, Storia, Cronaca, Leggenda') ahimè non più in vendita..


L'articolo di ieri più letto
Stimato chirurgo ortopedico dell’ospedale San Giuseppe di Empoli, aveva 60 anni. Domani l'ultimo saluto a Montecalvoli
Offerte lavoro Toscana Programmazione Cinema Farmacie di turno

Qui Blog di Federica Giusti

QUI Condoglianze



Ultimi articoli Vedi tutti

Politica

Attualità

Attualità

Politica