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Attualità martedì 05 gennaio 2016 ore 19:00

Il luogo dove nascerà il borgo condiviso

Foto di: Consuelo Conte

In anteprima le foto del terreno immerso nel verde acquistato dalle famiglie che formeranno il primo cohousing in Toscana. Le case saranno in legno



PONTEDERA — Sarà il primo cohousing in Toscana e nascerà su un terreno di 2,5 ettari che è stato acquistato da sei famiglie. L'estesa porzione di terra si trova alle porte di Pontedera, tra la Rotta e Castel del bosco.

Immersa nel verde ma vicino al centro, questa la conditio sine qua non imposta da tutti i componenti del cohousing, circa venti individui che lavorano nelle vicinanze di Pontedera.

La visita che hanno concesso a Qui news Valdera è un modo ulteriore per presentare il progetto mostrando il luogo fisico dove verrà costruito: “Avremo tanto spazio davanti alle case – ha spiegato Marco Fabbri che insieme a Piera Camilli e Davide Giannoni ci ha accompagnato – e un po' di bosco a disposizione”.

Sei nuclei familiari era il numero minimo per far partire il progetto ma c'è ancora spazio per altrettante persone. Per chi è interessato al progetto il prossimo incontro con sopralluogo del terreno è in programma domenica 10 gennaio: “Qui siamo immersi nella natura – ha aggiunto Giannoni – eppure siamo vicini al centro, qua sotto a 750 metri passa la Fipili”.

Un grosso albero delimita uno dei confini della proprietà cohousing. Le case in legno sorgeranno dove adesso ci sono dei ruderi da abbattere (i calcinacci potrebbero diventare materiale di recupero per fare il massetto alla strada che unisce il terreno a Castel del bosco). Nella proprietà anche una parte di bosco: “E un piccolo torrente nella parte bassa” ha detto Giannoni.

Questo progetto prevede unità abitative separate per ogni famiglia, gli spazi condivisi saranno una sala poliedrica con biblioteca, una lavanderia e, forse, una falegnameria: “Abbiamo visitato un condominio/cohousing a Fidenza – ha raccontato Camilli – ma il nostro progetto ha qualcosa in più dal punto di vista degli spazi, siamo nella natura”. In tutte le persone che fanno parte del progetto è forte l'intenzione di tornare a un tipo di vita sociale in cui si condividono le cose: “Ogni volta che si fa un trasloco ci si accorge di quante cose inutili abbiamo. Non si tratta assolutamente di fare una comune ma di vivere in uno spazio in cui ci sono luoghi condivisi con buon senso e rispetto degli altri” ha concluso Fabbri.

Per maggiori informazioni sull'incontro di domenica 10 gennaio cliccare qui. Mentre cliccando qui si possono leggere gli articoli precedenti su questo progetto.

René Pierotti
© Riproduzione riservata


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