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Politica venerdì 12 agosto 2016 ore 08:15

Referendum, Millozzi replica al comitato del No

Simone Millozzi

Il sindaco di Pontedera risponde alla lettera del gruppo contrario alla riforma costituzionale: "Mi sento il sindaco di tutti e ho le mie opinioni"



PONTEDERA — "Il discrimine tra un Sindaco, che è per definizione amministratore di tutti, ed un Sindaco che esprime una propria opinione in modo pubblico, lo dico con serena e sincera stima all'importante lavoro che i tanti volontari dei comitati del No stanno conducendo, va cercato altrove e molto lontano da dove loro lo hanno indicato". Così si esprime il sindaco di Pontedera Simone Millozzi, tirato in ballo come altri colleghi del territorio, nei confronti del Comitato del No al referendum costituzionale che ha inviato ai sindaci favorevoli una lettera di critica.

Ecco la replica integrale del sindaco Millozzi:

Ho letto con particolare stupore la nota del comitato del No alle modifiche costituzionali in cui si manifestano categoriche censure sul fatto che un Sindaco possa esprimere il proprio favore (varrebbe anche per la propria contrarietà?) ad una riforma dell'architettura costituzionale del nostro paese.

Non entro ovviamente sul merito delle ragioni per cui sostengo il Si né in questa sede mi preme cercar di confutare le ragioni, che per inciso ho sempre ritenute assolutamente degne e per taluni aspetti specifici pure condivisibili, di coloro che sostengono il no.
Mi interessa dire che mi sento, e sono, il Sindaco di tutti i cittadini di Pontedera e sulle fondamenta di questo assunto esercito ogni giorno il mio ruolo amministrativo; lo faccio cercando di declinare il programma di governo sul quale ho ottenuto il consenso (del 60% circa e non di tutti purtroppo); tale programma ha, notoriamente, ispirazione, attitudine e caratteristiche politiche proprie del centro sinistra ma ha prodotto e produrrà effetti per tutti i cittadini.
La mia azione di governo sulle politiche sociali, sanitarie, educative, sulla programmazione delle opere pubbliche, le politiche di bilancio, l'ossessivo maggior peso che attribuisco al diritti di una persona rispetto all'interesse di un centro di potere, il valore e la valenza che attribuisco alla mano pubblica per attenuare, con le competenze che mi sono proprie, i fenomeni della disuguaglianza e dell'ingiustizia sociale, sono azioni e regole, uguali per tutti, anche se sono generate da un orientamento di sinistra che, probabilmente, ad una parte (che spero minima) di pontederesi di destra, non piacciono granchè.
Il discrimine tra un Sindaco, che è per definizione amministratore di tutti, ed un Sindaco che esprime una propria opinione in modo pubblico, lo dico con serena e sincera stima all'importante lavoro che i tanti volontari dei comitati del No stanno conducendo, va cercato altrove e molto lontano da dove loro lo hanno indicato.
Un Sindaco ha il dovere irrinunciabile di fare le cose nell'interesse generale di tutta la comunità, ha il dovere di stabilire e far rispettare le regole della convivenza indistintamente per tutti, ha il dovere infine di tutelare i diritti di ciascuno essere umano che risiede nel territorio della propria città; questa mi pare l'unica cifra su cui misurarne imparzialità, correttezza e buona fede.
Semplificando il concetto per motivi di spazio credo che nessun cittadino pontederese si senta discriminato quando comunico, pur da Sindaco, la mia felicità nel rispettare una legge delle stato che attribuisce finalmente, a chi non ne aveva, diritti nuovi dell'amore tra persone di ogni genere: non manco ai miei doveri di imparzialità ma partecipo (magari pure con il consenso ed il plauso di chi stavolta se ne lamenta) semplicemente e pubblicamente della bellezza libera e democratica della discussione, quella che io ritengo la ricchezza e la forza vera della civiltà occidentale.
Avrei violato il mio ruolo di Sindaco di tutti se, oltre ad esprimere un mio favore politico, avessi celebrato le unioni civili prima che esse diventassero legge dello stato; così come, volendola vedere dal lato conservatore e “medievale” della mia collega leghista di Cascina, non mi limitassi ad esprimere una opinione diversa ma annunciassi di voler negare a qualcuno di esercitare quello che ormai è un suo pieno diritto.
Per concludere, senza voler intaccare di una sola virgola le ragioni di merito e politiche dei comitati referendari per il No, che non condivido per larga parte ma a cui attribuisco pari dignità rispetto alle mie considerazioni per il SI, ritengo che sia un abbaglio, immagino effimero e rimediabile, affermare che un sindaco, un presidente di regione, un presidente del consiglio o chiunque altro rivesta una qualsiasi carica pubblica, possa mancare di rispetto al proprio ruolo assumendo posizioni a favore o contro l'aborto, il divorzio, l'acqua pubblica, i diritti civili, l'europa, la pace, la costituzione e così via all'infinito come la storia recente e passata può testimoniare.
Mi auguro che la lucidità temporaneamente persa sul tema possa esser rapidamente riacquistata e convogliata con profitto per la nobile causa che stanno portando avanti: far discutere, informare, stimolare i nostri cittadini affinchè possano esprimersi, liberamente e democraticamente, con un voto consapevole.


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