Politica

Rimpasto, terme e rifiuti, è strappo

I comunisti all'attacco del sindaco dopo la rimozione di Marianna Bosco dalla carica di vice. Tra i temi caldi la privatizzazione delle terme

Le terme di Casciana

Volano gli stracci dopo il rimpasto in Giunta deciso dal sindaco Mirko Terreni, che ha ritirato le deleghe alla sua vice Marianna Bosco e ha riassegnato alcuni compiti ai suoi assessori. A scagliarsi proprio contro il primo cittadino sono i Comunisti per Casciana Terme.

"Mossa elettoralistica a caccia di voti, quella fatta dal sindaco Terreni: ha dato la delega ai Lavori pubblici che aveva Marianna Bosco al suo uomo più fidato, Matteo Cartacci. Dunque, fino a qui, niente di innovativo - hanno fatto sapere - facciamo gli auguri di buon lavoro alla nuova assessora Elisa Di Graziano, alla quale è stata affidato una bella rogna, le Politiche per lo sviluppo del sistema termale, che il sindaco vorrebbe di fatto privatizzare e che è stato uno dei punti di rottura politica con il gruppo "Per una svolta in Comune" che ne rivendicava il carattere totalmente pubblico".

"Il sindaco Terreni è perfettamente in linea con l'essenza politica del suo partito, cioè quella di privatizzare tutto. Noi, caparbiamente, continuiamo a sostenere che quando tutto sarà privato, i cittadini saranno davvero privati di tutto - hanno continuato - facciamo gli auguri di buon lavoro anche al nuovo assessore Luca Pennini, che ha preso il posto di Bosco al quale è stata affidata fra le altre, la delega alla Cura del territorio e dell'ambiente, delega anche questa molto complessa, perché in questi anni la cura e la manutenzione del territorio è stata completamente abbandonata, il territorio dell'intera Valdera è ormai un territorio scelto come pattumiera dei rifiuti di mezza Toscana".

"Ma non solo: a pochissimi chilometri dal nostro Comune si vuol riaprire una discarica, quella della Grillaia, dove, grazie a una autorizzazione della Regione Toscana, vogliono sotterrare 270mila metri cubi di amianto, un vero killer silenzioso per la salute dei cittadini e le cui conseguenze ricadranno anche sul nostro territorio - hanno concluso - se a ciò aggiungiamo che nei campi e sotto l'asfalto delle nostre strade sono stati sepolti i fanghi velenosi delle concerie di Santa Croce sull'Arno, c'è poco da stare allegri".