Politica

Fusione bocciata, tra i contrari è festa

Dal Consiglio provinciale a quello regionale, le opposizioni soddisfatte. Da FdI arriva la richiesta di dimissioni verso il sindaco Barbafieri

Lajatico

Si va dai consiglieri provinciali alla sezione locale di Fratelli d'Italia, passando per l'assemblea regionale. Il fallimento del referendum per l'istituzione del Comune unico tra Peccioli e Lajatico è vissuto come un successo per chi si era opposto all'ipotesi.

"Lajatico è una comunità che vuole rimanere libera e autonoma e che ha dimostrato grande dignità - ha commentato Paolo Moschi, consigliere provinciale di opposizione - sono davvero felice per Lajatico, alla quale auguro altri 800 anni di autonomia. Sono anche sicuro che da questa esperienza il paese potrà trovare nuovo slancio per promuoversi e rinnovarsi".

"Anche a Peccioli però il dato dell'affluenza ci fa capire che sta tramontando un'era e che la storia delle fusioni è un capitolo chiuso - ha aggiunto - i cittadini sono giustamente attaccati al loro campanile e alle proprie tradizioni, e sono finiti i tempi in cui bastava fare proclami dall'alto per essere ascoltati".

Soddisfazione anche per il gruppo di Fratelli d'Italia di Lajatico, che invoca le dimissioni del sindaco Alessio Barbafieri. "Non possiamo che accogliere positivamente questa netta vittoria del no - hanno spiegato in una nota - fin dal primo giorno ci siamo schierati a difesa della salvaguardia e dello sviluppo autonomo del Comune, che nulla ha che vedere con un Comune che vive di rifiuti".

"Alla luce della schiacciante vittoria, l’amministrazione comunale di Lajatico non può che farsi da parte rassegnando le dimissioni perché questo voto ha fatto capire che il sindaco e la sua Giunta sono stati sfiduciati dai cittadini - hanno concluso - è fondamentale che il sindaco dia le sue dimissioni: vanno programmate le nuove politiche comunali per il futuro".

Compiaciuta anche la capogruppo della Lega in Consiglio regionale, Elena Meini. "I cittadini si sono liberamente espressi e il risultato non deve essere messo minimamente in discussione - ha detto - il referendum è un modo democratico di consultazione e l’esito delle urne va, sempre, pienamente rispettato: con buona pace di chi, invece, si arrampica su specchi sempre più scivolosi".