Attualità

Fusione, "Manifesti autorizzati, basta propaganda"

Il Comitato Lajatico non è... fusione replica a Macelloni e prosegue nella sua campagna: "Promesse vuote e slogan, noi siamo tranquilli"

A sinistra, la Pieve di San Verano di Peccioli; a destra, la Chiesa di San Leonardo di Lajatico

I manifesti del Comitato Lajatico non è... fusione, affissi in vista del referendum dei prossimi 10 e 11 Dicembre e contro la fusione tra Peccioli e Lajatico, continuano a far discutere. Dopo una prima risposta del sindaco Renzo Macelloni è arrivata anche la replica degli stessi componenti del Comitato.

"Continuiamo campagna contraria al progetto di fusione - hanno scritto in una nota - il sindaco di Peccioli, invece, avendo fatto finora una becera propaganda, cerca di spostare la discussione: definisce inqualificabili e offensivi i manifesti. Ci domandiamo: in che modo? Macelloni è l’unico a far campagna elettorale, promettendo soldi e miracoli, quindi rimandiamo al mittente gli aggettivi sull’inappropriatezza".

"Ancora una volta il sindaco di Peccioli si arroga il diritto di parlare anche a nome di Lajatico - hanno proseguito - cerca di ribaltare la situazione erigendosi a paladino della correttezza, quando durante gli incontri proprio lui ha proposto di firmare un contratto che permetta tra 4 anni di rifare un referendum per dare la possibilità a Lajatico di tornare indietro. Una falsità assoluta pensata per il consenso".

Sui manifesti, inoltre, il sindaco Macelloni aveva sollevato anche una questione sulla violazione della legge elettorale. "Se abbiamo commesso una leggerezza ce ne assumiamo la responsabilità - hanno scritto dal Comitato - ma sul contenuto un sindaco serio accetta la diversità di pensiero e di visione. Suggeriamo al sindaco di smetterla di fare propaganda, anche perché forse è il primo a rasentare l’illegalità, visto che per convincere a votare a suo favore ha realizzato una brochure delle meraviglie, senza poter poi garantire niente e utilizzando slogan duranti gli incontri che lo qualificano". 

"La storia del nostro glorioso Comune è stata costruita senza i soldi del sistema Peccioli e può continuare a farlo anche nel futuro - hanno concluso - le minacce e le prepotenze non ci interessano, per fortuna viviamo in uno Stato di diritto e libertà. Le affissioni sono state fatte e pagate regolarmente su autorizzazione dei suoi uffici: andiamo avanti tranquilli e determinati con i nostri incontri grazie alla forza dei fatti e delle nostre posizioni, libere da interessi".