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Il presepe di don Armando non è più così Zap

Il parroco conosciuto per le sue installazioni natalizie provocatorie e piene di metafore da un paio d'anni fa presepi più... canonici

I Re Magi con le facce di Don Armando, Don Luca e il seminarista Alfonso

Don Armando Zappolini, per il secondo anno consecutivo, da quando cioè dalla parrocchia di Perignano si è trasferito a Ponsacco, rinuncia a mettere in scena i suoi presepi che spesso hanno creato discussioni e polemiche, una anche con il leader leghista, Matteo Salvini, che tirò in ballo Zappolini per criticarlo.

Per anni i presepi di don Zap hanno stupito e fatto riflettere, erano installazioni da leggere e interpretare, con un significato profondo, a volte non immediato, come quando mise i neofascisti nel presepe, la strage di bambini, i movimenti popolari, terra e lavoro ( vedi articoli correlati ) e poi nel 2018 Gesù Bambino nel cassonetto, che sollevò un vespaio che, come detto, coinvolse anche Salvini.

Quest’anno all’interno della Chiesa principale di Ponsacco, quella di San Giovanni Battista, ci sono ben due rappresentazioni della Natività, ma che niente hanno a che vedere con quei presepi provocatori, tanto attesi e tanto discussi.

Una semplice Natività alla destra della navata, e un’altra alla sinistra, con personaggi di carta dalle faccine dei bambini della seconda elementare, ognuna di esse con un messaggio di pace.

E c’è anche il Don, con Don Luca e il seminarista Alfonso nei panni dei re Magi.

Tutto qui. Don Armando anche quest’anno non vuole sorprenderci.

Quale sarà la ragione resterà un mistero. Qualcuno dirà che Don Zap ha esaurito gli argomenti, oppure che è invecchiato, qualcun altro che sta diventando svogliato, qualcun altro ancora che preferisce smetterla di provocare discussioni sul suo operato, o addirittura si potrà pensare che il prete sia ritornato nei ranghi che più si addicono ad un sacerdote.

Chissà! Fatto è che Don Armando, che faccia o che non faccia, nei ranghi o fuori dal coro, risveglia sempre in tutti una grande curiosità.