Politica

Il caso "Palazzo rosa" finisce in Parlamento

Il deputato livornese del Movimento 5 stelle, Francesco Berti, presenta un'interrogazione: "La situazione è diventata insopportabile"

Palazzo rosa in via Rospicciano a Ponsacco

L'ordine di liberazione arrivato a Marzo non ha rimosso il Palazzo rosa di Ponsacco dalla cronaca. Sulla questione, infatti, ha deciso di intervenire anche l'onorevole Francesco Berti, deputato del Movimento 5 stelle, che ha annunciato la presentazione di una interrogazione parlamentare sul caso.

"Sono anni che, con tutti i cittadini di Ponsacco, cerchiamo una soluzione. Adesso è giunto il momento d’intervenire - ha detto Berti - annuncio che ho richiesto un incontro al nuovo prefetto di Pisa, la dottoressa Maria Luisa D’Alessandro, per cercare insieme di risolvere il problema. A suo tempo avevo avuto anche un’interlocuzione con la sindaca Francesca Brogi, che spero ci aiuterà anche in questo frangente. La situazione è divenuta insopportabile".

"A febbraio è sorto il comitato Ponsacco Pacificata, formatosi per affrontare questo problema. Dopo aver avuto un contatto con loro ho deciso di depositare un’interrogazione parlamentare - ha continuato - così potremo avere anche l’appoggio del ministro, perché la misura è colma e userò tutti i mezzi in mio possesso per ridare serenità ai cittadini che, come mi hanno spiegato dal comitato, non si sentono più sicuri e in armonia nel proprio paese".

"Insieme ad alcuni rappresentati di Ponsacco Pacificata andremo dal nuovo prefetto per porre fine a questa vicenda - ha aggiunto - credo che le amministrazioni debbano lavorare insieme, senza farsi sgambetti come accaduto in questo frangente. Due Comuni come Pisa e Cascina non devono, per risolvere un problema, scaricarlo su una piccola realtà come Ponsacco: questo vuol dire nascondere la polvere sotto il tappeto". 

Alle parole dell'onorevole Berti hanno fatto seguito anche quelle dei componenti del comitato. "Negli ultimi anni, come dimostrano le cronache dei giornali, sul nostro territorio la pace e la serenità sono state messe in seria discussione - hanno detto - l’unica cosa che la nostra comunità chiede è il ritorno alla normalità. Nel giro di 6 anni il paese si è ritrovato a essere il secondo campo nomadi della Toscana".

"Chiediamo inoltre di diluire le centinaia di nomadi su tutto il territorio regionale e oltre, per rompere le logiche da clan, dell’illegalità e per produrre vera integrazione. - hanno concluso - far sì che i nostri figli non abbiano più paura di uscire di casa, di andare a scuola, di attraversare la strada o di frequentare un giardino pubblico".