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Botte a scuola, "Dire che tutti i giovani sono uguali non è vero"

Sull'episodio di violenza al villaggio scolastico è intervenuta l'assessora Cocilova: "Non esistono un bianco e un nero, serve dare spazio ai giovani"

"Creare stigma ed etichettare è sempre più frequente, ma dobbiamo cercare di andare più a fondo nelle complessità". Carla Cocilova, assessora alle Politiche sociali, vuole provare a superare il singolo fatto, ovvero l'episodio di violenza avvenuto nel villaggio scolastico, cercando di non accontentarsi di una semplice equazione tra giovani e aggressività.

"Quanto accaduto è grave e non lo si vuol sminuire. Del resto, il caso è nelle mani delle forze dell'ordine e chi di dovere prenderà i provvedimenti del caso - ha premesso - però, non dobbiamo cedere alla tendenza che si è creata tanto a livello culturale, quanto sui social, di stigmatizzare un'intera fascia d'età".

Durante l'adolescenza, infatti, occorre sempre fare delle distinzioni. "Dire che tutti i giovani sono uguali non è vero - ha specificato - in ogni contesto si trovano elementi diversi tra loro e, nella crescita, i cambiamenti sono repentini".

"Tra l'altro, dovremmo anche riflettere sul significato di giovani - ha aggiunto Cocilova - l'episodio parla di minori non di ragazzi diciottenni. Dunque, ci sono responsabilità condivise, che vanno dalle istituzioni alle famiglie. Per questo, per dare una risposta a questi eventi, servono misure altrettanto condivise: da parte nostra, come amministrazione pubblica, serve dare strumenti alternativi ai ragazzi".

Per questo, insieme all'assessore alle Politiche scolastiche Francesco Mori, il Comune sta intraprendendo un percorso di avvicinamento. "Ci siamo dati l'obiettivo di incontrare i rappresentanti degli studenti - ha continuato - è sempre importante, e oggi più che mai, attivare percorsi di ascolto: mancano degli spazi di partecipazione dei giovani, dove loro stessi possano far valere la loro opinione sulle questioni che li riguardano".

"Non c'è mai un bianco e un nero, ma esiste un'ampia gradazioni di grigi - ha detto Cocilova - nella complessità delle situazioni, dobbiamo cercare di tenere tutto insieme, per non lasciare indietro nessuno. A monte c'è un grande lavoro culturale da fare, che coinvolge più attori".

"Da parte nostra, anche grazie a un finanziamento ottenuto dall'Unar, riusciamo a dedicare anche ai giovani uno spazio di confronto e di dialogo - ha concluso - stiamo dando gambe ad altri progetti grazie ai quali avvicinarci ai giovani e contribuire a dar loro gli strumenti giusti per poter convivere in modo inclusivo".