Attualità

Da Legambiente scetticismo sul nuovo vetrificatore

L'associazione della Valdera non è convinta del progetto di impianto a ossicombustione: "Danneggiato un territorio a vocazione turistica e agricola"

L'impianto di Legoli

"Forti perplessità": così il direttivo di Legambiente Valdera ha condensato la propria posizione in merito all'impianto di ossicombustione che sarà realizzato a Legoli e che è stato presentato ufficialmente in un incontro pubblico a Peccioli lo scorso Giugno.

"Innanzitutto, vorremmo precisare che i tecnici presenti all'incontro non rappresentavano il mondo ambientalista, bensì le loro fondazioni o società - hanno puntualizzato da Legambiente - lo stesso Ermete Realacci non rappresentava Legambiente, ma la Fondazione Symbola, che è compartecipata da Belvedere".

Al di là delle precisazioni, l'associazione ambientalista non è convinta dell'efficacia dell'impianto nel processo di chiusura del ciclo dei rifiuti. "Quante ne abbiamo viste di presentazioni di impianti miracolosi, soprattutto a Peccioli, che prospettavano la chiusura del ciclo dei rifiuti? - hanno domandato - Come si può parlare di economia circolare a Peccioli? Dopo la bocciatura da parte della Regione della richiesta di un raddoppio della discarica, Belvedere ci riprova con una richiesta per ben 4.330.000 metri cubi".

"Questi sono i dubbi che vogliamo condividere, consapevoli che servono anche gli impianti di trattamento, ma solo se finalizzati a un effettivo recupero di materie seconde di qualità e quando sono inseriti in un quadro programmatorio regionale - hanno proseguito - l'attività principale di Belvedere è la raccolta e lo smaltimento nella propria discarica dei rifiuti indifferenziati: negli anni, ha proposto vari possibili impianti che avrebbero magicamente risolto il problema, dal dissociatore molecolare al vetrificatore".

Inoltre, per Legambiente, permane il problema della convivenza tra gestione dei rifiuti e turismo. "Come non ci si può preoccupare che questo territorio della Valdera, a destinazione agricola e turistica, venga fortemente danneggiato da un afflusso di rifiuti così ingente? - hanno continuato - i Comuni limitrofi di Montaione, Palaia e Lajatico hanno incentivato il turismo e la produzione agricola di qualità. Anche i fanghi tossici in agricoltura, come il procedimento giudiziario che si sta svolgendo a Pisa sta dimostrando, alla fine sono finiti in gran parte proprio nel Comune di Peccioli".

"Molti sindaci dell'ATO Costa la pensano ormai come noi - hanno specificato - si è visto all'incontro tenutosi a Palaia e Montefoscoli sabato 29 Luglio e si è visto anche all'ultima riunione di Viareggio, dove ben 31 Comuni dell'ATO aderenti alla rete Rifiuti Zero hanno fortemente contestato le decisioni di Retiambiente che punta a realizzare l'impianto di Peccioli".

"Purtroppo, all'interno dell'ATO e di Retiambiente, la voce dei Comuni contrari agli inceneritori non sempre riesce a emergere - hanno concluso dall'associazione - il meccanismo delle percentuali di rappresentanza premia pochi grandi Comuni che detengono gran parte delle quote: il solo Comune di Livorno, per esempio, detiene da solo circa il 33% delle quote di Retiambiente, mentre quelli di Pisa e di Pontedera il 13% circa ciascuno. Se questi tre Comuni si accordano tra loro, di fatto, possono decidere da soli la politica di gestione dei rifiuti dell'intero ATO Costa".