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Disordini alla Notte Bianca, il sindaco tuona e va dal prefetto

La coda amarissima della festa della città tra aggressioni e feriti. Franconi sbatte i pugni: "Trenta ragazzetti non rovineranno il nome di Pontedera"

Un momento della passata Notte Bianca

Era tutto filato liscio, con cinquemila persone che hanno affollato il centro facendo felici anche i commercianti, mediamente soddisfatti dell'andamento della Notte Bianca. Che, però, ha avuto strascichi pesanti.

Oltre alla tragica morte di Raid, il ragazzo di 17 anni che è stato investito da uno scooter sulla Tosco Romagnola, sul finale della festa pontederese il centro si è ritrovato catapultato in una specie di far west. Dove, però, a farla da padrona non erano cowboy o pellerossa, bensì bande di giovanissimi che, per diversi minuti, hanno seminato il panico.

A fronte di forze dispiegate in gran numero, con oltre cento addetti tra operatori addetti al controllo, Vigili del Fuoco e personale sanitario, in piazza Martiri della Libertà si è accesa una miccia che ha poi "incendiato" anche altre strade, tra aggressioni e risse che, oltre ad alcuni arresti, hanno addirittura causato il ferimento di due Carabinieri e del comandante della Polizia Locale dell'Unione Valdera.  "Una notte da incubo per Pontedera - hanno commentato Matteo Bagnoli, capogruppo di Fratelli d’Italia, e Daniela Luperini, presidente del circolo - scene di violenza inaudita hanno sconvolto via Verdi e il centro durante: risse, armi, urla e panico hanno trasformato il centro della città in un teatro di guerra".

"Un gruppo di circa venti nordafricani armati di machete e coltelli correva all’impazzata per la strada - ha raccontato Raffaele Saviano, titolare di un locale del centro - rincorrendo altri ragazzi con l’intento di ammazzarli. Stavamo caricando il furgone e siamo stati costretti a chiuderci dentro il locale: abbiamo avuto davvero paura".

Denunce che non sono rimaste nel vuoto: nella mattinata di oggi, lunedì 23 Giugno, il sindaco Matteo Franconi ha contattato il prefetto di Pisa, Maria Luisa d'Alessandro. "Innanzitutto, ci tengo a dire che quando muore un ragazzo così giovane è come se fosse morto un nostro figlio - ha detto - al contempo, però, voglio esprimere vicinanza alle forze dell'ordine vittime di aggressione e alla vigilanza privata di supporto. Lo dico chiaramente: non permetterò che trenta ragazzetti infanghino la reputazione di Pontedera".

"Per questo, ringrazio il prefetto che ha deciso di convocare il Comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica per la giornata di mercoledì 25 Giugno - ha affermato - non accetto che queste persone non mettano in discussione i seimila giovani che ogni giorno vengono a studiare nella nostra città o dei 30mila abitanti di Pontedera. Alla riunione in Prefettura sono pronto a sottoscrivere qualsiasi provvedimento preso dal Comitato".