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Granata-Erreà, Millozzi risponde alle polemiche

Dopo la richiesta di rinunciare agli accordi con l'azienda che sarà sponsor della Nazionale israeliana, il presidente granata fa chiarezza

Il presidente del Pontedera Simone Millozzi

Lo sponsor tecnico del Pontedera, anche dal 1° Gennaio 2025, resterà Erreà. Lo ha detto il presidente granata Simone Millozzi, sollecitato sul tema dal gruppo di Pontedera A Sinistra, che denunciava la comunanza di sponsor tra la squadra di calcio cittadina e, proprio dal nuovo anno, della Nazionale di calcio israeliana.

Una condivisione ritenuta fuori luogo dalla consigliera Denise Ciampi, che ha si è fatta promotrice di una lettera indirizzata proprio al numero uno dei granata. Che, oltre a confermare gli accordi con l'azienda italiana di abbigliamento sportivo, ha tenuto a precisare quale sia l'orientamento del club. "La società si è sempre contraddistinta per il suo impegno verso i valori universali di inclusione, solidarietà e rispetto reciproco - ha detto - questi valori non sono mai stati solo delle parole, ma veri e propri principi ispiratori della nostra attività, dentro e fuori dal campo".

"In un contesto globale dove le divisioni sembrano ampliarsi, il nostro obiettivo rimane quello di promuovere la fratellanza utilizzando il calcio come veicolo di dialogo - ha aggiunto - è con questo spirito che ci sentiamo chiamati a esprimere una posizione chiara. Vorrei iniziare questa riflessione con la massima chiarezza, esprimendo la mia personale vicinanza al popolo palestinese, al centro di una delle tragedie umane più strazianti del nostro tempo. Non possiamo restare indifferenti di fronte a una condizione che contrasta profondamente con i principi universali a cui aderiamo fermamente: le immagini della sofferenza dei civili innocenti, la violenza indiscriminata e la tragica perdita di vite umane ci colpiscono nel profondo".

"L’aspirazione del popolo palestinese alla pace, alla giustizia e alla piena autodeterminazione è un principio che sosteniamo senza alcuna riserva - ha proseguito - al contempo, riteniamo che la nostra solidarietà con il popolo palestinese non debba in alcun modo trasformarsi in un’azione che contribuisca a rafforzare le divisioni, né tanto meno che lo sport diventi uno strumento di contrapposizione. Il nostro impegno è, e sarà sempre, quello di sostenere la causa dei diritti umani, ma senza strumentalizzare lo sport per perseguire obiettivi politici che esulano completamente dalla sua natura e dalla sua funzione originale di unire le persone".

Per Millozzi, la decisione di proseguire negli accordi con Erreà, presa anni fa, non implica alcuna presa di posizione nel conflitto arabo-israeliano. "Si tratta semplicemente di scelte professionali ed economiche, dettate da contratti pluriennali già in essere, che prevedono impegni reciproci e penali considerevoli - ha spiegato - la nostra intenzione è quella di garantire il successo e la crescita sostenibile della nostra società, e queste scelte, che sono strettamente legate agli interessi sportivi e commerciali e non devono essere in alcun modo confuse con una posizione politica".

"Continueremo a lavorare instancabilmente per promuovere i valori di pace, inclusione e rispetto che il calcio ci ha insegnato a vivere ogni giorno - ha concluso - lo faremo nella speranza che con il nostro piccolo contributo riusciremo a sensibilizzare le coscienze e a favorire la costruzione di un futuro migliore".