Politica

Ricollocamenti da Palazzo rosa, "Destra preoccupata"

Piu e Ferdani di Sinistra Italiana prendono posizione e replicano: "Sarebbe interessante capire cosa accadrebbe se venisse coinvolta Terricciola"

Pontedera vista dall'alto

"Passa il tempo, ma la questione della presenza di famiglie rom su un territorio viene affrontata dalle destre nel solito modo: sgomberi ed esercito". Nella diatriba sui ricollocamenti da Palazzo rosa a Ponsacco, nei giorni scorsi finiti nella contesa politica, s'inseriscono anche Anna Piu e Gianni Ferdani, rispettivamente segretaria provinciale e coordinatore di circolo di Sinistra Italiana.

Da Fratelli d'Italia, un paio di giorni fa, è arrivata infatti la richiesta di chiarezza al sindaco Matteo Franconi sull'eventualità che alcune famiglie, dopo gli sgomberi, potessero essere collocate a Pontedera. Un'ipotesi respinta dal Partito Democratico cittadino, che ha accusato l'opposizione di diffondere fake news.

"Oggi Ponsacco è governata dalle destre, che nel furore liberatorio si preoccupano di veder libero il palazzo di via Rospicciano; nel frattempo, la preoccupazione di Fratelli d’Italia di Pontedera è quella di sapere se le ricollocazioni avverranno a Pontedera - hanno commentato - non sappiamo se la Società della Salute e i Comuni soci abbiano trovato soluzioni abitative per i nuclei familiari e se queste graveranno sul territorio di Pontedera; certo sarebbe interessante capire quali atteggiamenti avrebbe la destra se venissero individuate soluzioni abitative alternative, per esempio, a Terricciola (governata da una Giunta di centrodestra, ndr)".

"Il punto da capire è se il Comune di Ponsacco, nell'ansia di mantenere le promesse della campagna elettorale, si preoccupi di garantire che la ricollocazione avvenga tenendo conto delle fragilità, dello smembramento di nuclei familiari e dei percorsi di inserimento scolastico per i minori - hanno aggiunto Piu e Ferdani - tutti fattori che è necessario considerare per l’attuazione di un percorso di vita che smussi le difficoltà e garantisca una concreta inclusione sociale".

"Non esiste l’automatismo per cui chi dovesse assumersi il carico di queste nuove collocazioni, avrebbe un conseguente problema di ordine pubblico - hanno concluso - la gestione attenta di queste situazioni è uno degli elementi fondamentali che le pubbliche amministrazioni dovranno affrontare e questo non può prescindere dalla valutazione dei bisogni di chi oggi ha necessità di trovare una nuova condizione abitativa e sociale".