"Sul sequestro l'amministrazione non ha colpa, ma ha avuto la colpa di concedere proroghe a soggetti che non garantivano i requisiti minimi per poter adempiere". Dopo il sequestro giudiziario dell'area del Green Park avvenuto per mano dell'Ausl Toscana nord ovest, l'ex consigliere comunale Alberto Andreoli non punta il dito contro il Comune. O, almeno, non lo fa per quanto accaduto negli ultimi giorni.
Secondo il presidente dell'associazione Presidio Civico, infatti, è a monte che vanno cercate le responsabilità. "Si è arrivati a Maggio con un ritardo di quasi due anni dai termini fissati dall'ordinanza del 2022 confermata dal Consiglio di Stato e con un ritardo di un anno dal termine del Maggio scorso, concesso dall'amministrazione - ha spiegato - non ci sono più scuse: se il termine verrà violato ancora una volta l'amministrazione dovrà intervenire in sostituzione, salvo rivalersi sui soggetti responsabili dell'inquinamento".
Con Andreoli si espone anche il professor Giovanni Vallini, pontederese e docente ordinario all'Università di Verona, che nel 2024 si candidò a sostegno proprio dell'ex consigliere comunale. "Un corretto smaltimento è fondamentale per impedire che sostanze chimiche tossiche provochino potenziale danno alle persone e all’ecosistema - ha commentato - la manipolazione di un terreno contaminato richiede perciò una serie di precauzioni. Gli operatori del cantiere devono essere addestrati e indossare indumenti protettivi poi da lavare, così come i pneumatici e le superfici dei mezzi per il movimento terra".
"Ci sono una serie di pratiche appropriate di comportamento per una qualsiasi impresa impegnata in operazioni di bonifica - ha concluso - è ovvio che la correttezza delle operazioni dovrà essere garantita dal monitoraggio da parte dei preposti organismi di controllo. Nel caso specifico, l’amministrazione comunale ha il dovere di pretendere che queste precauzioni siano rigorosamente adottate a tutela dei suoi cittadini".