I supermercati fuori dalla città svuotano il centro. A dirlo sono i rappresentanti di Confesercenti, preoccupati delle possibili conseguenze che le recenti aperture - come, per esempio, quella nell'area dei cimiteri - e quelle future - con riguardo agli insediamenti commerciali al Chiesino - potrebbero avere sul commercio del centro città.
"Pontedera ha bisogno di una visione chiara e coerente sul proprio sviluppo urbano e commerciale - ha affermato Valentina Aurilio, presidente di Confesercenti Pontedera - negli ultimi anni il centro storico ha pagato un prezzo alto: attività che chiudono, strade meno vissute, un indebolimento progressivo del commercio di prossimità e dei pubblici esercizi".
A farle eco è Giacomo Baldini, presidente Fiepet, il sindacato dei pubblici esercizi dell’area Valdera-Cuoio-Valdicecina. "Un fenomeno che non può essere letto solo come un cambiamento dei consumi - ha detto - ma che è stato fortemente influenzato dall’espansione della grande distribuzione e da una visione che ha spesso spostato attenzione e risorse fuori dal cuore della città. Continuare a ragionare in termini di nuove grandi strutture commerciali rischia di accentuare squilibri già evidenti: il centro storico non può essere lasciato indietro né considerato un problema secondario, perché è un patrimonio economico, sociale e identitario che richiede politiche dedicate".
"La riqualificazione urbana sarà uno degli elementi fondamentali per una prospettiva di medio periodo, ma dovrà essere una priorità reale, accompagnata da misure capaci di sostenere chi oggi continua a investire e lavorare nel centro, spesso in condizioni di grande difficoltà - ha concluso Aurilio - il commercio di vicinato non chiede protezioni, ma condizioni eque per competere e contribuire alla vitalità della città".